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Villa della Regina:torino

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view post Posted on 18/8/2013, 14:44
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Coordinate: 45°03′29.79″N 7°42′29.65″E (Mappa)
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO Flag of UNESCO.svg
UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell'umanità
Villa della Regina di Torino
(EN) Residences of the Royal House of Savoy
Torino, Villa della regina -

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Tipo architettonico
Criterio C (i) (ii) (iv) (v)
Pericolo Nessuna indicazione
Riconosciuto dal 1997
Scheda UNESCO (EN) Scheda
(FR) Scheda


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La Villa della Regina è una villa seicentesca situata sulla collina di Torino. Costruita per volere del cardinale Maurizio di Savoia, fa parte delle Residenze sabaude in Piemonte. Deve il suo nome al fatto di essere stata la dimora prediletta di due consorti dei Re di Sardegna, Anna Maria di Orléans e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna.

Dal 1997, la Villa è iscritta alla Lista del Patrimonio dell'Umanità come parte del sito seriale UNESCO Residenze Sabaude.

Storia

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Il cardinale Maurizio di Savoia, committente dell'edificio


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fonte foto wueb

Fu progettata intorno al 1615 dall'architetto romano Ascanio Vitozzi, il progettista del Palazzo Reale di Torino, che però morì nello stesso anno. La Villa, originariamente concepita come una sontuosa residenza di campagna con annessi vigneti, venne allora realizzata dagli architetti Carlo e Amedeo di Castellamonte (padre e figlio) su commissione del cardinale Maurizio di Savoia, secondogenito del duca Carlo Emanuele I nonché fratello del duca Vittorio Amedeo I. Il cardinale era un uomo di grande cultura che rinunciò successivamente alla porpora cardinalizia per vivere in questa villa con la nipote Ludovica Maria di Savoia la quale nel 1642, all'età di 13 anni (lui quarantanovenne), era diventata sua moglie. Da principio venne perciò chiamata Villa Ludovica e in un padiglione di essa il cardinale Maurizio era solito organizzare dotte riunioni di accademici, scienziati e intellettuali. Questo salotto, del quale fecero parte lo storico sabaudo Emanuele Tesauro e il futuro Papa Innocenzo X[1], era detto l'Accademia dei Solinghi e vi si discuteva di letteratura, scienza, filosofia e matematica. Maurizio di Savoia e sua moglie morirono entrambi proprio in questa villa, rispettivamente nel 1657 e nel 1692.



Il nome attuale del complesso è giustificato dal fatto che fu la dimora preferita di due regine mogli di regnanti sabaudi, Anna Maria di Orléans e Maria Antonia Ferdinanda di Spagna (spose rispettivamente di Vittorio Amedeo II e Vittorio Amedeo III). In particolare la Villa era considerata il "giardino segreto" di Anna di Orleans, dove ella consumava le sue passioni amorose clandestine. Circolava addirittura una leggenda secondo cui la regina, per evitare gli scandali, nascondesse i suoi amanti in una botola segreta che conduceva in un tunnel così ripido che questi morivano tutti per sfracellamento[senza fonte]. La Regina "mantide" Anna morì nella Villa nel 1728.

Con il trasferimento della corte sabauda al Palazzo del Quirinale molti mobili ed opere d'arte, tra cui una pregiata libreria eseguita dall'ebanista Pietro Piffetti, furono traslocati a Roma e la Villa della Regina spogliata. A seguito della donazione fatta dal re Vittorio Emanuele II nel 1868, il 4 luglio 1869 divenne la sede dell'Istituto Nazionale delle Figlie degli Ufficiali che combatterono durante le Guerre di indipendenza italiane. Da quell'anno cessò definitivamente di essere una proprietà privata della casa Reale.

Abbandonata dopo l'esilio sabaudo e colpita dai bombardamenti alleati durante il secondo conflitto mondiale, la Villa ha conosciuto in seguito 50 anni di totale degrado, durante i quali i suoi esterni furono ricoperti con accumuli di vegetazione infestante che arrivarono fino ad un volume di 400 000 metri cubi di piante[2]. A tale situazione si è posto rimedio a partire dal 1994, anno della presa in gestione da parte della Soprintendenza per i beni artistici e storici del Piemonte, con lavori di disinfestazione e restauro durati oltre dieci anni. È prevedibile quindi che l'ex residenza reale possa ritrovare l'antico splendore: ospiterà inoltre un Centro per la documentazione storica dei beni culturali; sarà possibile poi tornare a gustare il vino prodotto dalle Vigne Reali adiacenti al giardino emiciclico retrostante grazie ai costanti reimpianti nei suoi giardini. Nel 2008 è stata eseguita la prima vendemmia di Freisa.

La Villa

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Disegno del 1711 raffigurante il complesso della Villa della Regina


Il Belvedere superiore

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La Villa della Regina si trova sullo spartiacque tra la Val San Martino e la Val Salice, ai piedi del parco cittadino di Villa Genero. Raggiungibile in pochi minuti con la strada che dalla Chiesa della Gran Madre di Dio sale ad Est su per la collina (numerosi cartelli presenti), la Villa della Regina era visitabile sia all'esterno che all'interno nei fine settimana con prenotazione obbligatoria, dall'Aprile 2011 invece apre con orari statali.
Esterni e giardino

La struttura è tipicamente seicentesca con un celebre giardino all'italiana ad anfiteatro nel retro.

Una volta percorso il viale di accesso, si ha di fronte l'antistante piazza-terrazza ellittica (il cosiddetto Gran Rondeau), ovvero una doppia scala con fontana centrale di 20 m di diametro. Dentro la fontana trova posto una scultura in marmo del dio Nettuno seduto, mentre ai suoi bordi giacciono 11 statue di divinità fluviali. Lo scenografico Gran Rondeau permette di salire ad un piazzale di forma rettangolare che termina al fondo con uno scalone a tenaglia e una vasca centrata più piccola della precedente, detta Vasca della Sirena perché contiene una statua in marmo della Sirena.

Il corpo centrale della facciata principale del palazzo è in posizione leggermente avanzata rispetto ai due padiglioni laterali che lo affiancano. Il tetto della facciata centrale è coronato da una balaustra a forma di U con 6 grandi statue.

Dietro il palazzo si estende, scavato nella collina, un vasto giardino emiciclico su 3 livelli suddivisi da filari di siepi di bosso. Dal corpo centrale della facciata retrostante si sviluppa un'esedra semicircolare che racchiude una piccola vasca quadrilobata in marmo. L'ambiente dell'esedra è delimitato da un muro semicircolare su cui sono scavate 20 nicchie quasi tutte adorne di statue. Nel mezzo del muro che circoscrive l'esedra, in corrispondenza di due obelischi, si apre una scalinata che porta ad un'ulteriore vasca prospiciente la Grotta del Re Selvaggio. Questa non è nient'altro che un parallelepipedo di marmo diviso in tre parti e decorato al suo interno con specchiature e pietre policrome; al fondo della galleria mediana troneggia la statua del Re Selvaggio.

Superata la Grotta, la scalinata prosegue verso il culmine centrale dell'anfiteatro: si tratta del Belvedere superiore, alla cui base sorge la circolare Fontana del Mascherone. La fontana alimenta dall'alto la cosiddetta Cascatella della Naiade, in pratica una modesta cascata a gradini di pietra paralleli che affianca la scalinata e conduce l'acqua verso le fontane sottostanti tramite un sistema di canalizzazioni. Il Belvedere superiore domina invece dall'alto palazzo e giardino ed è la costruzione più elevata della Villa della Regina.

All'estremità Sud della Villa (a destra della facciata principale) sorge il già citato Padiglione dei Solinghi, una costruzione a due piani isolata e seminascosta dal bosco circostante.

L'acqua che alimenta dall'alto verso il basso il circuito delle vasche e fontane è attinta da varie sorgenti naturali nella collina circostante. A coronamento del giardino si estende un grande bosco.

Interni

All'interno della residenza si trovano affreschi e quadri di Giovanni Battista Crosato,


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Daniel Seiter e Corrado Giaquinto, posti nel grande salone principale. Nelle sale adiacenti sono notevoli i quattro Gabinetti Cinesi in raffinato legno laccato e dorato. Gran parte degli stucchi, fra i quali le decorazioni dell'anticamera con soffitto verde e della sala di Anna Maria di Orléans, sono opera di Pietro Somazzi

fonte
 
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