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I Parchi Naturali di Valle Antrona e Veglia-Devero

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view post Posted on 3/5/2013, 15:15
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Due vaste aree alpine dichiarate parchi naturali per valorizzare e proteggere territori incontaminati.
Isolata, solitaria, rude, selvaggia... Questi ed altri sono gli aggettivi con cui nella letteratura alpina viene definita la Valle Antrona.
Aggettivi adeguati a descrivere una valle che ha conservato, più di altre sulle Alpi, un ambiente naturale ancora integro in cui i segni della presenza umana sono tutto sommato modesti. Eppure è una valle antica, dove la presenza degli uomini si è consolidata nei secoli con un'intensa attività mineraria con l'estrazione di oro nella parte più alta della valle.

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Il Parco è ricco di sorgenti che alimentano gli innumerevoli laghi che si incontrano tra i pendii e le vallate, a partire dal Lago di Antrona: formatosi nel 1642 in seguito ad uno sbarramento causato da una frana, oggi è divenuto un bacino idroelettrico, ma ha ugualmente conservato tutto il fascino di una incantevole località alpina ed è meta costante di numerose escrusioni turistiche.
Salendo si possono raggiungere a piedi i laghi di Camposecco, di Cingino e la diga di Campiccioli con il relativo bacino.
Il piccolo centro di Cheggio, a quota 1497 mt, dominato da montagne le cui vette raggiungono quote sino a 3000 e 4000 metri. è affiancato dall'imponente bacino del Lago dei Cavalli.


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l Parco Veglia-Devero tutela i grandi alpeggi di Veglia e Devero nelle Alpi Lepontine occidentali. Un ambiente alpino dolce e austero: dolce nelle praterie ondulate d'alta quota e austero nella severità delle grandi montagne e nelle immense giogaie battute dal vento. Un ambiente modellato dall'uomo, risultato del lavoro di infinite generazioni di montanari. Veglia, l'alpe della luce per la dimensione solare dei suoi pascoli, e Devero, l'alpe del sorriso per lo splendore delle fioriture estive, sono oggi un ambiente naturale tra i più preziosi delle Alpi. Natura e cultura. Queste montagne raccontano una colonizzazione umana lunga e complicata: un'avventura epica da leggere ad ogni curva di sentiero. Ma dimostrano anche come l’amore e il rispetto per la natura siano un bene antico da tramandare alle generazioni future. In anni difficili e cruciali per le valli alpine, il Parco opera per vincere la difficile scommessa di coniugare la conservazione della natura con lo sviluppo sostenibile per le popolazioni di montagna.

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La grande varietà di ambienti, diversi sia dal punto di vista ecologico che climatico, consente di trovare all'interno del Parco e nelle zone limitrofe una grande varietà di vegetazione, dai pascoli pingui delle quote più basse fino alle cime perennemente imbiancate dalla neve.
Condizioni climatiche particolari, insieme a diversi tipi di terreno, rendono possibile la fioritura contemporanea di specie che fiorirebbero in periodi distinti dell'anno, facendo di alcune zone del parco un giardino botanico alpino, nel quale si possono trovare fino a cinquecento specie diverse, alcune delle quali si sono rivelate particolarmente insolite in questa zona.

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In estate, sugli ampi terrazzi erbosi dei pendii ben soleggiati, più in basso nella stagione fredda, numerosi camosci sono da tempo una presenza costante, così come è costante la presenza stagionale di numerosi caprioli, che preferiscono tenersi nel folto dei boschi. Ma non solo: cervi, stambecchi, marmotte e molti altri animali trovano qui il loro habitat ideale.

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