L'estremo lembo dei Monti Pallidi si presta ad attività naturalistiche come trekking e nordic walking. Anche se non c'è neve. Alla scoperta di una civiltà antichissima
Provate a dire a un abitante di Paluzza o di Tolmezzo che il suo friulano è una lingua nobile e musicale: più che apprezzare il complimento, vi correggerà dicendo che il suo non è friulano, ma carnico. Da queste parti, in provincia di Udine, la gente è così. Orgogliosa e schietta, poco attenta alle smancerie ma molto alla sostanza, capace di aprirsi in larghi sorrisi e lunghe chiacchierate con i "forestieri" senza mai inciampare nella gentilezza affettata. Perché non c'è bisogno di preamboli, quando si cresce con la montagna nell'anima.
La Carnia è una delle regioni più antiche d'Italia, abitata già nel Paleolitico medio. I primi insediamenti umani stabili si datano tra la fine del II e gli inizi del I millennio a.C. e da quel momento in poi la zona è sempre stata un crocevia di scambi commerciali tra le culture paleo-venete, hallstattiane ed estrusche. C'è insomma di che essere orgogliosi. Soprattutto se le zone che abiti sono tra le più visivamente suggestive del panorama alpino, con gran parte del territorio forestale controllato e garantito da una certificazione PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes - il sistema più diffuso al mondo, che attesta che un bosco è gestito in modo sostenibile).
L'ambiente qui è il vero protagonista e il popolo carnico, fatto di giovani che nel 2011 preferiscono portare avanti la segheria della famiglia piuttosto che accendere un pc, vive il rapporto con la natura in modo spontaneamente armonico, prendendo e restituendo alla montagna ciò che essa dà. Chi abita da queste parti, del resto, sa che il gigante montuoso può trasformarsi in un assassino capace di distruggere interi villaggi in pochi secondi, come accadde nel 1963 con la diga del Vajont (il parco delle dolomiti friulane in estate e fino a fine ottobre organizza dei tour sui luoghi della tragedia).
Le valli della Carnia in tutto sono sette, val Degano, val Pesarina, val Calda, valle Del But, val Lumiei, val del Chiarsò e val Tagliamento, ciascuna caratterizzata da particolarità naturalistiche e tradizioni tutte sue. Il Parco delle Dolomiti Friulane si estende tra quella del Tagliamento a nord e la Cellina a sud e della parte carnica fanno parte i gruppi montuosi del Cridola, dei Monfalconi e del Pramaggiore.
Stambecchi
In un contesto del genere non stupisce che questa sia zona ideale per escursioni naturalistiche, trekking e nordic walking (per info su tour e gruppi guidati
www.carnia.it - tel. 0433.466220). I prezzi sono modici, soprattutto approfittando delle offerte di stagione: una settimana a cavallo costa a partire da 260 euro a persona, 120 una di trekking in bici, mentre per godersi qualche momento di relax il comune di Arta Terme offre pacchetti all inclusive dai 200 euro in su.
Attraversando le vallate non è difficile imbattersi in stambecchi, caprioli e cervi o scorgere un fagiano o un'aquila reale, regina incontrastata delle vette e simbolo del parco. I 37mila ettari di territorio in primavera sono tappezzati di fiori dal profumo intenso e dai colori pastello, dalla bianca Arenaria di Huter al celeste della Genziana di Froelich, mentre in inverno domina il bianco. Circondato dalle guglie dei Monfalconi, che si stagliano al centro di un catino glaciale, si innalza il Campanile di Val Montanaia, simbolo della Val Cimoliana, cuore del Parco, scalato per la prima volta nel 1902 dagli austriaci Saar e Von Glanvell e oggi obiettivo imperdibile per ogni appassionato di arrampicata.
Altra meta affascinante è la foresta di Pramosio, che si estende su 495 ettari a ridosso del confine italo-austriaca ed è caratterizzata dalla conca di origine glaciale che circonda il Lago di Avostanis. Qui a far da padrone sono gli abeti bianchi e rossi e i faggi ed è possibile trovare a prezzi molto competitivi dei rifugi ricavati dalle ex case dei pastori locali.
Un fungo nella foresta regionale di Pramosio
La Casera Pramosio, nel comune di Paluzza, è stata ad esempio dotata di moderni locali e impianti per la produzione e la vendita di latte e formaggi e ogni anno ospita sia escursionisti che semplici turisti. Se dunque avete voglia di staccare la spina del computer e rimettervi in contatto con la natura nella sua dimensione più ancestrale e verace, la Carnia è il posto che fa per voi. La fierezza e la trasparenza della gente del posto vi ricorderanno che c'è un modo diverso di concepire il progresso, più umano e rispettoso del patrimonio che ci circonda.
Foresta regionale di Pramosio
repubblica.it
