A Vetralla ci si arriva percorrendo l’ autostrada A1 fino all’ uscita Orte, poi si prende la Superstrada Orte-Civitavecchia e ci si ritrova davanti al cartello: Vetralla Nord. E’ questo il posto,
Situata nel cuore del territorio un tempo culla della civiltà etrusca, Vetralla è morbidamente adagiata tra le pendici del Monte Fogliano
e le ampie distese tufacee
che degradano verso il mare, lì dove si incrociano le tre grandi arterie viarie romane: la Clodia, la Cassia e l’Aurelia. Intorno boschi, chiese e grotte. Un bel viaggio nel tempo lungo percorsi che recano visibili tracce di un passato profondamente marcato dalle lotte di potere e dal misticismo medievale.
La leggenda fa risalire le origini di Vetralla ai tempi dei tempi quando Noè, arenatosi con la sua Arca sulle alture di Valle Cajana,
scese su queste terre dove trovò ristoro nei boschi rigogliosi e nell’ottimo vino, ancor oggi, vanto di queste terre. Quanto ci sia di vero in tutto ciò resta un mistero, ma per certo grappoli d’uva e tralci di vite fanno bella mostra di sé nello stemma comunale di Vetralla.
Per gli appassionati d’arte Vetralla è come un piccolo scrigno che contiene preziosi gioielli come la chiesa romanica di S. Francesco,
risalente all’XI secolo e ricostruita sui resti di un precedente edificio, al cui interno conserva i resti di un pavimento cosmatesco, numerosi affreschi e una cripta del VI – VII secolo. E poi le chiese di S. Pietro, S. Egidio, S. Filippo e Giacomo (XV), Madonna del Soccorso (1687)
e l’Ave Maria.
Vetralla, in qualità di feudo, è stato per secoli oggetto di contesa tra i papi e i signori di Viterbo. A ricordo di quel passato glorioso ogni anno, nel mese di maggio, si celebra una singolare e affascinante cerimonia che, per certi versi, rimanda ai riti religiosi celebrati dai celti nonché a quelli più squisitamente ‘magici’ legati al culto della madre terra.