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curarsi con le piante

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view post Posted on 30/11/2009, 17:47
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Pilosella
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La pilosella o pelosella (Hieracium pilosella) è una pianta erbacea ispida e perenne, appartenente alla famiglia delle Composite. Nota anche come orecchio di topo o lingua di gatto - per la forma a rosetta delle foglie basali, ricoperte da bianca peluria (da qui il nome pilosella) - cresce spontanea nei luoghi aridi, montuosi e soleggiati dell’Europa e dell’Asia del nord.
La scienza che si occupa dell’impiego dei medicamenti vegetali per la cura delle malattie umane, nota ai più come fitoterapia, attribuisce alla pilosella proprietà diuretiche, antibiotiche ed antinfiammatorie.
La droga è rappresentata dall’intera pianta fiorita.
Uno dei suoi componenti più conosciuti è l’umbelliferone, un composto cumarinico dotato di proprietà antibiotiche utili nella cura della brucellosi. Nota anche come febbre maltese, la brucellosi è una malattia infettiva batterica tipica di alcune specie animali, che la trasmettono all’uomo per via diretta o indiretta (attraverso il consumo di alimenti infetti, come latte e formaggi freschi).
Alla pilosella viene riconosciuta la capacità di promuovere l’escrezione ed il deflusso della bile (possiede un’azione coleretica e colagoga), che contribuisce alla detossificazione epatica.
La pilosella è particolarmente utile in presenza di calcolosi urica e contribuisce a depurare il sangue dagli eccessi di un’alimentazione ricca in proteine animali ed in modo particolare di purine (contenute soprattutto nelle sardine, nelle acciughe, negli insaccati e nelle frattaglie).
Le sue proprietà diuretiche e drenanti, universalmente note, la rendono utile nel trattamento di inestetismi da accumuli adiposi e di liquidi (come in presenza di cellulite, gonfiore alle caviglie, edemi degli arti inferiori e ritenzione idrica).
Grazie alla sua capacità di ridurre il volume ematico può essere d’aiuto nel controllo di un’ipertensione lieve.
Promuovendo la diuresi, la pilosella è utile in presenza di infezioni urinarie, quali cistiti ed uretriti, perché facilita l’eliminazione dei patogeni con le urine. Le sue proprietà diuretiche sono attribuibili principalmente ai flavonoidi (luteoloside).
Infine, in campo cosmetico, la pilosella – grazie al contenuto in umbelliferone - rientra in molte preparazioni topiche per la protezione solare.

Alle dosi consigliate è una pianta sicura; è comunque importante evitare il suo utilizzo in gravidanza ed allattamento (a scopo cautelativo). Da evitare, inoltre, il superamento delle dosi consigliate e l'associazione con diuretici di sintesi senza aver prima consultato il proprio medico curante, che dovrà essere interpellato anche qualora si volesse utilizzare la pilosella per curare patologie quali l'ipertensione, la brucellosi e la gotta, anche se presenti in forma lieve.
 
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view post Posted on 4/12/2009, 10:40
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CIMICIFUGA

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cimicifuga racemosa L

Diuretica, espettorante, utile nella ritenzione idrica,accumulo di muco, astringente, emmenagoga, attività ipotensiva, ipoglicemica, sedativa, utile
( dietro consiglio erboristico o medico) in alternativa alle terapie ormonali, nelle patologie neurovegetative, e psichiche, associate alla menopausa, nella dismenorrea e problemi mestruali in genere. Recentemente usata, per mal di gola, reumatismi, bronchiti, disfunzioni uterine, lombaggini, considerata utile per favorire il parto ( sentire sempre in questo caso il proprio ginecologo)

actaea spicata L vietata frutto, pianta erbacea, rizoma
cimicifuga eacemosa riammessa la commercializzazione


CIMICIFUGA, cimicifuga racemosa L. Nuttal, Actaea racemosa L.

Famiglia Ranuncolaceae

pianta perenne,cespugliosa, originaria delle foreste del Nord America

Parti impiegate rizoma essiccato o radice

COMPONENTI CIMICIFUGA
Contiene glicosidi triterpeni, acteina, racemoside, cimicifugoside, alcaloidi, fitosteroli, polifenoli, isoflavoni, tra cui la formononetina, acido isoferulico, acido salicilico, cimigonide, tannini, vitamine , minerali, olio volatile,FITOESTROGENI

ATTIVITA’ CIMICIFUGA
Diuretica, espettorante, nella ritenzione idrica e nell’accumulo di muco, astringente ed emmenagoga, ha attività ipotensiva, ipoglicemica, sedativa, si può consigliare in alternativa alle terapie ormonali nelle patologie neurovegetative e psichiche associate alla menopausa, nella dismenorrea e problemi mestruali in genere. Sembra sia utile anche per mal di gola, reumatismi, bronchiti, disfunzioni uterine, lombaggini, considerata utile per favorire il parto ( sentire prima il proprio ginecologo)

CIMICIFUGA
E' una buona fonte di FITOESTROGENI NATURALI, utili per le VAMPATE DI CALORE, e DEPRESSIONE, si può consigliare durante la MENOPAUSA, se si soffre di REUMATISMI o di SCIATICA, e’ un RILASSANTE MUSCOLARE. Gli indiani d’America usavano questa pianta per curare l’AFFATICAMENTO CRONICO,MALARIA, REUMATRISMI, NEFROPATIE, DISTURBI FEMMINILI, I CRAMPI MESTRUALI, MAL DI GOLA BRONCHITI FEBBRI PRURITO, IPERTENSIONE ( da assumersi sotto controllo medico) Di aiuto nell'ANSIA, MENOPAUSA, come ANTIINFIAMMATORIA, SEDATIVA.
Si può usare sotto controllo medico anche nelle gravi affezioni della PROSTATA, ha anche una azione antinfiammatoria di aiuto nell’ARTRITE, riduce i livelli di glucosio nel sangue, ha anche proprietà antibiotiche, sedative e calmanti dello stomaco.

CONTROINDICAZIONI non usare in gravidanza, o durante l’allattamento, non prolungare l’ assunzione oltre i 6 mesi, l’uso eccessivo puo’ causare nausea , vomito, disturbi visivi e nervosi, vertigini. E’ dotata di attivita’ estrogenica ed inibitrice dell’ormone luteinizzante. Possiede un azione simil-digitalica, attenzione nei sofferenti di patologie cardiache e al contemporaneo uso di farmaci digitalici e di atropina

Possibili EFFETTI COLLATERALI, ad alte dosi, come EMICRANIA, NAUSEA, DIARREA, VERTIGINI POSSIBILE INTERFERENZA con le terapie ORMONALI.
La Cimicifuga è una pianta potenzialmente pericolosa, che va usata sotto stretto controllo medico. Da usare solo in adulti sani e per brevi periodi e solo nei dosaggi raccomandati , da evitare nelle donne in gravidanza e allattamento, da persone che siano affette da CARDIOPATIE, da
FORME TUMORALI ESTROGENO-DIPENDENTI, che assumono sedativi, e medicamenti regolatori della pressione arteriosa, che assumano la PILLOLA ANTICONCEZIONALE, o ESTEROGENI post-MENOPAUSA,


QUESTE NOTE NON INTENDONO SOSTITUIRSI AL PARERE MEDICO
CHE VA CONSULTATO ALL'INSORGENZA DEI PRIMI SINTOMI
 
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view post Posted on 7/12/2009, 09:28
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FIENO GRECO

O trigonella foenum-graecum.

Famiglia: Papillionacee
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Contiene Flavonoidi (fitoestrogeni), la cui azione regolatrice della produzione ormonale facilita lo sviluppo delle ghiandole mammarie che si 'nutrono' di estrogeni. I semi di fieno greco hanno recentemente riscosso un certo interesse quale possibile materia prima per la produzione di Diosgenina impiegata nella sintesi di ormoni steroidei.
E' conosciuta dall'antichità la sua proprietà galattogena, cioè di stimolazione delle ghiandole mammarie alla produzione di latte (conseguenza dello stimolo alla secrezione di prolattina) nelle puerpere - in tutte le donne l'azione stimolante sugli ormoni contribuisce notevolmente allo sviluppo del seno, il principale recettore di estrogeni nel corpo femminile.


Altre caratteristiche e proprietà:
E' una pianta ricca di principi attivi importanti tra cui la lisina che aumenta decisamente il difficilissimo assorbimento del calcio, indispensabile durante l'allattamento, non solo per il neonato, ma anche per la madre. Sono presenti anche acido linoleico, acido oleico, acido palmitico e acido stearico, calcio e ferro, vitamine del complesso B, vitamina A e C.
Costituenti: elevato valore nutritivo per la ricchezza di glucidi, protidi, nucleoprotidi, fosfatilcolina e di lecitina. Minerali: calcio, magnesio, fosforo, ferro che viene assorbito velocemente, potassio, zolfo, sodio, cloruro, silice, sali minerali, enzimi. Saponine, soprattutto le sapogenine diosgenina (da cui si estraggono gli ormoni di produzione sintetica) e il suo isomero yamogenina, gitogenina e tigogenina. Flavonoidi, inclusi vitexina e i sui glicosidi e esteri, isovixetina, orientina, vinenine 1 e 2, quercetina e luteolina
Contiene dei composti steroidei: Fenugrecina, estere peptidico di una sapogenina steroidea a un'azione ipoglicemizzante oltre a proprietà antiflogistica cardiotonica. Dagli estratti acquosi dei semi è stata dimostrata una stimolazione dell'utero e dell'intestino ed un effetto cronotropo positivo sul cuore.
Elevato contenuto di aminoacidi essenziali poco disponibili in natura, come la Lisina e Triptofano (quantità di lisina elevato a quello della soia fa sì che sia un alimento ad alto valore nutritivo).
I Glicosidi Furostanici hanno sapore amaro e potrebbero essere il principio amaro della droga. Alcaloidi, Mucillagine, Steroli: Colesterolo, Sitosterolo, Flavonoidi. I semi di fieno greco hanno recentemente riscosso un certo interesse quale possibile materia prima per la produzione di Diosgenina impiegata nella sintesi di ormoni steroidei.
Il fieno greco è anche:

* tonico e ricostituente - soprattutto usato in anemie e convalescenze - antianemico - molto usato nella medicina popolare italiana

* cardiotonico - rinforza il cuore

* stimolante del pancreas, della digestione

* stimolante neuromuscolare, rafforza il tessuto osseo e muscolare

* depurativo - agisce sul fegato e sui sistemi di disintossicazione grazie alla sua abilità nel purificare il sistema, particolarmente il sangue, promuovendo l'escrezione e la rimozione di tossine e scorie

* antiastenico (antifatica) - agisce sul sistema endocrino e sulla funzione ormonale così come sul sistema nervoso grazie alla sua abilità nel prevenire e/o ridurre la fatica

* anabolizzante - favorisce la crescita muscolare promuovendo la trasformazione metabolica delle sostanze nutritive in muscoli attraverso la sintesi molecolare

* anti-ipertensivo - preveniene o cura l'ipertensione abbassando la pressione sanguigna

* ipoglicemizzante - riduce il livello di zuccheri nel sangue combattendo l'iperglicemia - La polvere del seme infatti regolarizza il diabete in età matura. Questa azione ipoglicemizzante è interessante contro l'acne causata da un eccesso di zucchero nei follicoli piliferi che causa una crescita importante di germi patogeni.

* anti-infiammatorio - agisce sul sistema immunitario grazie alla sua abilità di contrastare le infiammazioni

* vulnerario - agisce sul affects immune system and reactivity due to its ability to heal and treat wounds.

* anti-spasmodico - agisce sul sistema nervoso grazie alla sua abilità di prevenire o alleviare gli spasmi muscolari

* emmenagogo - agisce sul sistema endocrino e sulla funzione ormonale grazie alla sua abilità di promuovere il flusso mestruale - gli emmenagoghi non devono assolutamente essere usati durante la gravidanza

* emopoietico - contribuisce alla formazione di cellule del sangue

* espettorante - agisce sul sistema immunitario grazie alla sua abilità di facilitare la rimozione di secrezioni della mucosa bronco-polmonare (catarro) e causare l'espulsione di muco dal tratto respiratorio - nella tradizione tedesca viene usata come mucillaginoso contro i catarri delle vie aeree superiori nonché, sotto forma di polvere da somministrare a dosi giornaliere di cucchiai come corroborante.

I semi contengono acido fosforico e, tostati, vengono usati da secoli come afrodisiaco.
 
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view post Posted on 9/12/2009, 11:54
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Ippocastano

*

Nome: Aesculus hippocastanum.

Habitat: Originario dell'Asia occidentale, si trova in tutta l'Europa, nel Medio Oriente e in Iran.

Parte utilizzata: I semi.

Principi attivi e titolazione: Dal seme dell'Ippocastano si ricava l'estratto secco nebulizzato e titolato in escina (minimo 3%, secondo la Farmacopea italiana). Dalla corteccia si estrae invece un estratto secco titolato in Esculoside.

Utilizzo: È soprattutto utile in soggetti con insufficienza venosa cronica. Tale azione è dovuta ad un aumento del tono capillare, causato da un incremento della contrazione della muscolatura liscia della parete dei vasi sanguigni e anche da un aumento della resistenza e dell'elasticità dei capillari, con diminuzione della loro permeabilità. Escina ed Esculoside sono due principi attivi che si estraggono dall’Ippocastano. L’esculoside favorisce il fisiologico riassorbimento dei liquidi in eccesso che fuoriescono dai capillari poco elastici, mentre L’Escina contrasta questo fenomeno dall’origine rinforzando le pareti dei capillari e migliorando così l’e lasticità dei vasi venosi.
Sono stati fatti alcuni studi clinici controllati sull'uso dell'Ippocastano nell'insufficienza venosa, che ne hanno valutato l'efficacia misurando la sintomatologia dei pazienti e in modo particolare il gonfiore a livello delle caviglie. Si è notato che l'efficacia di questa pianta è analoga a quella che si ottiene utilizzando le calze contenitive, con netta riduzione dell'edema alle caviglie e degli altri sintomi tipici di questa malattia.



Avvertenze: Può provocare rari disturbi gastrici e talvolta allergie.

Controindicazioni: Non va utilizzato in soggetti emofilici.

Interazioni: Può aumentare l’effetto dei farmaci anticoagulanti.
 
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view post Posted on 9/12/2009, 12:19
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TIGLIO

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CARATTERISTICHE GENERALI

Il tiglio appartiene al genere Tilia ed alla famiglia delle Tiliaceae e la specie utilizzata a scopi terapeutici è Tilia cordata Mill.

Il tiglio è una pianta originaria dell'Europa e del Caucaso diffusa nelle zone collinari e non si spinge in montagna. E' provvista di un robusto tronco, breve, liscio quando la pianta è giovane e variamente fessurato e spaccato quando la pianta diventa adulta con una ramificazione densa e compatta e allo stato naturale non supera i 25 m di altezza.

E' una specie decidua, con foglie di colore verde scuro e lucide e terminanti con una breve punta. Le foglie hanno dei piccoli ciuffi di peli rossicci agli angoli delle nervature nella pagina inferiore. I fiori del tiglio sono ermafroditi, molto profumati, di colore bianco-giallastri, riuniti in piccoli mazzetti portati da un peduncolo che parte dalla brattea laterale che serve a favorire la disseminazione dei frutti, una volta maturi, ad opera del vento. I frutti sono a forma di capsula ovale delle dimensioni di un pisello.

Il tiglio fiorisce nei mesi di giugno - luglio ed i semi maturano ad ottobre.


PROPRIETA'

Il tiglio è una pianta molto ricercata in erboristeria.

I suoi costituenti sono: flavonoidei, cumarine, olio essenziale, mucillaggini, tannini, vitamina C, acido caffeico e zuccheri.

Le proprietà del tiglio sono: calmante, sedativo, antireumatico, diaforetico. Svolge inoltre un'eccellente azione antispamodica a livello dell'apparato digerente soprattutto se legata ad ansia e nervosismo.


PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA

Le parti utilizzate della pianta sono le infiorescenze e le brattee raccolte all'inizio della fioritura (giugno - luglio) e fatte essiccare.

La raccolta si effettua normalmente a mano staccando il fiore con tutta la brattea e dovrà essere abbastanza rapida in quanto hanno un periodo di fioritura relativamente breve. Una volta raccolti vanno messi a seccare in un luogo ben aerato e poco illuminato e quindi, una volta secchi, si conservano in un recipienti di vetro sigillato e al riparo dalla luce.

Viene utilizzata anche la corteccia raccolta in primavera.

COME SI UTILIZZA

La linfa e l'infuso di tiglio sono utilizzati per l'insonnia ed il nervosismo per la sua azione sedativa a livello cerebrale. Inoltre è efficace per la tosse e le influenze.

Il decotto aggiunto all'acqua del bagno ha un effetto sedativo per combattere l'insonnia ed il nervosismo.

Le compresse imbevute di infuso di tiglio messe sugli occhi alleviano la stanchezza, il rossore, le borse sotto gli occhi, le scottature e gli eritemi.

Il pediluvio con l'infuso combatte i piedi stanchi e gonfi.

L'infuso inoltre è un ottimo depurativo per la pelle, distende le rughe ed aiuta nei casi di arrossamenti cutanei.

La fragranza del tiglio può anche essere gustata in cucina facendo seccare i fiori e una volta sbriciolati, utilizzarli per aromatizzare dolci o sciroppi. Mentre in Italia il tiglio non è una pianta molto utilizzata in cucina, al contrario in altri paesi, ad esempio la Spagna, viene utilizza al posto della camomilla.

CURIOSITA'

I semi del tiglio contengono un olio che ha il sapore e l'aspetto simili a quello dell'olio di oliva e le sue foglie vengono utilizzate per alimentare il bestiame.


AVVERTENZE

Non sono segnalate controindicazioni particolari per l'uso del tiglio



 
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view post Posted on 13/12/2009, 09:23
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ALOE
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CARATTERISTICHE GENERALI

Il genere Aloe appartiene alla famiglia delle Liliaceae.

La particolarità dell'aloe è che sono piante succulente (vale a dire possiedono particolari tessuti in grado di immagazzinare grandi quantità d'acqua), a testimonianza del fatto che sono tutte originarie di zone aride.

Esistono diverse specie di aloe ma sono tutte piante sempreverdi di cui alcune sono acauli con le foglie disposte a rosetta, altre con il fusto alto, semplice o ramificato.

L'aloe sviluppa i fiori dalla primavera all'autunno a seconda della specie e delle varietà che si formano sulla sommità di un lungo stelo, semplice o ramificato o a grappolo e la pianta non muore dopo la fioritura a differenza dell'agave. Producono infiorescenze ad ombrella, pendenti, tubolari. I fiori sono di solito di colore tendente al rosso, all'arancio o al giallo. Sono piante autosterili si riproducono pertanto per impollinazione incrociata.

L'aloe è da sempre conosciuta come la pianta dalle mille virtù e proprietà ed il contenuto più o meno elevato di principi attivi varia a seconda della specie di aloe e quelle che vengono maggiormente utilizzate per le loro proprietà terapeutiche sono: Aloe barbadensis (Aloe vera), Aloe ferox, Aloe arborescens, Aloe vera varietà chinensis.
PROPRIETA'

L'aloe è la pianta dalle mille virtù e proprietà contenendo innumerevoli sostanze: aloina, emodina, amminoacidi molto essenziali per l'uomo, zuccheri (come l'acido uronico), enzimi (come l'amilasi e la lipasi ed altri), vitamine (la Vitamina E), minerali (come ad esempio il Calcio) e numerosi oligoelementi.

Le proprietà dell'aloe possono essere così riassunte: depura l'organismo aiutando il fegato, i reni ed il sistema linfatico nella loro funzione depurativa; è stimolante del sistema immunitario dell'organismo; è di aiuto ai problemi ossei e articolari; stimola e riequilibra le funzioni digestive è pertanto utile nei casi di gastrite e ulcere, coliti; è un antiossidante e un antitumorale; ha delle eccellenti capacità cicratizzanti.
PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA

Dell'aloe si utilizzano le foglie fresche raccolte alla fine dell'estate e ben turgide.

Dalle foglie di aloe oggigiorno si ottiene fondamentalmente un gel che si ricava facendo fuoriuscire per sgocciolatura una sostanza giallastra che colorerebbe il gel conferendo anche il sapore amaro. Fatto questo le foglie si spremono a freddo ed il prodotto della spremitura si omogeneizza e centrifuga per ottenere il gel.


COME SI UTILIZZA

Per uso esterno il gel di aloe viene usato come cicatrizzante per scottature e ferite, come lenitivo e calmante, come tonico rivitalizzante ed idratante della pelle.

Le foglie di aloe fresche, aperte, possono essere messi direttamente a contatto con la pelle per lenire piccole ustioni e scottature.

Assunta in polvere l'aloe aiuta nella regolarizzazione delle funzioni epatiche ed aiuta nelle sindromi premestruali.

L'aloina è utilizzata dall'industria farmaceutica per la realizzazione di farmaci lassativi.

In commercio l'aloe si trova sotto diverse forme: gel, pomata, lozione, crema, succo, estratto, ecc. CURIOSITA'

L'aloe è una pianta molto antica, conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà terapeutiche. Le prime testimonianze sono state ritrovate su una tavoletta di argilla ritrovata a Nippur nei pressi di Bagdad e datata 2.200 a.C.


AVVERTENZE

L'aloe non deve essere utilizzata dalla donne in gravidanza e da chi ha problemi di emorroidi.

Attenzione a non confondere l'aloe con l'agave, molto simile ma che non ha le stesse caratteristiche








 
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luis1005
view post Posted on 16/12/2009, 14:17




E' incredibile la varietà di queste piante e la vastità dello spettro della loro azione...

strano però che proprio tu non riesca a trovar rimedio...
sei proprio così irrecuperabile?

:lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 16/12/2009, 16:45
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:sick: ^_^ luigiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
 
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view post Posted on 18/12/2009, 11:46
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CAPELVENERE


(Adiantum capillus veneris) image
CARATTERISTICHE GENERALI

Il capelvenere, nome scientifico Adiantum capillus veneris, appartiene alla famiglia delle Polypodiaceae ed una pianta che appartiene al gruppo molto più grande conosciuto come felci.

Il capelvenere come pianta officinale e medicinale è contemplato in diverse farmacopee mondiali ma non dalla Farmacopea Ufficiale Italiana (F.U.I.).


PROPRIETA'

Le proprietà del capelvenere sono dovute ai suoi principi attivi: tannini; fenoli come i derivati del canferolo quali l'adiantone; triterpenoidi; esteri solforati dell'acido idrossicinnamico; mucillaggini; gomme; piccole quantità di oli essenziali; zuccheri e acidi alicicici.

Tutti questi componenti conferiscono al capelvenere le seguenti proprietà terapeutiche:

cura delle affezioni delle vie respiratorie: raffreddore, tosse, catarro esercitando un'azione fluidificante e lenitiva, raucedine, afonia, bronchite, asma ed in generale problemi respiratori;
aiuto nel caso di digestioni difficili in quanto agisce sul fegato potenziandone la sua funzionalità anche a livello biliare;
favorisce la produzione di sudore (diaforetico) quindi aiuta sempre nel caso delle affezioni delle vie respiratorie;
favorisce la diuresi quindi è un depuratore del sangue;
è un regolarizzatore del flusso mestruale facendo anche ricomparire le mestruazioni scomparse;
i tannini come astringenti ed antinfiammatori lo rendono particolarmente adatto nei casi di emoraggie regolarizzando anche la pressione sanguigna;
é un eccellente aiuto per chi ha problemi di perdita di capelli in quanto agisce sui follicoli piliferi rallentando e combattendo la caduta dei capelli;
é anche consigliato in caso di tabagismo e alcolismo in quanto riduce lo stimolo a bere e a fumare.
PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA

Le parti utilizzate del capelvenere sono le parti aeree, quindi le fronde ma talvolta anche i rizomi.

Il periodo ottimale per la raccolta è quando la pianta ha le spore, il che coincide all'incirca con i mesi estivi - autunnali. In ogni caso si può raccogliere anche quando è priva di spore, basta che le fronde siano fresche e non secche.

Le fronde una volta raccolte fresche vanno appese a testa in giù raccolte a mazzi e lasciate essicare in luoghi ben aerati, caldi e bui. Dopo di che si possono conservare in barattoli di vetro o di porcellana, chiusi e sistemati all'ombra.


COME SI UTILIZZA

Come decotto contro l'asma, per favorire le mestruazioni; i gargarismi con decotti per il mal di gola; come infuso contro la tosse ostinata, raffreddore, raucedine, catarro bronchiale, tabagismo, alcolismo; come cataplasma per uso esterno per aumentare la secrezione lattea.

Il decotto viene frizionato sui capelli in cosmetica contro la caduta dei capelli, come antiforfora e contro i capelli grassi.
CURIOSITA'

Fu il medico francese Lobelius, uno dei botanici più famosi del XVI e XVII secolo che per primo sperimentò su se stesso il capelvenere contro l'asma e la pertosse.


AVVERTENZE

Non ci sono segnalazioni particolare nell'uso del capelvanere anche se è sempre meglio consultare il proprio medico di base prima del suo utilizzo.






 
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view post Posted on 26/2/2010, 16:02
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Nella scheda di questa pagina vengono riportate informazioni utili al riconoscimento, a una corretta raccolta e al possibile
utilizzo nella farmacia domestica delle principali piante medicinali. Spesso la scheda raccoglie suggerimenti per l’impiego delle
piante in cucina e a scopo cosmetico. Ogni preparato vegetale và confezionato attenendosi meticolosamente alle indicazioni
fornite. In particolare, prima di utilizzare qualsiasi pianta trattata nella scheda, si leggano attentamente le eventuali avvertenze
riportate nel riquadro rosso in basso. Molte erbe, infatti, sono controindicate per determinati soggetti o situazioni; altre possono
risultare in tutto o in parte tossiche o velenose. Perciò si raccomanda di prestare molta attenzione al tipo e alle parti da
impiegare ( stelo, foglie, rizoma, radici, fiori, rami, corteccia etc..) e al modo di usarla ( fresca, essiccata etc..) dosi e norme di
impiego devono essere sempre rispettate scrupolosamente. In presenza di eventuali reazioni negative, o anche solo di incertezza,
si ricorra sempre al consiglio di una persona qualificata. ( medico di famiglia) .
SI DECLINA PERTANTO QUALSIASI RESPONSABILITA’ , SIA PENALE CHE CIVILE, DERIVANTE DALL’EVENTUALE
INOSSERVANZA DI QUESTE AVVERTENZA.


Piante e Erbe
BORSA DEL PASTORE
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Capsella bursa pastoris
( Crucifere)

PROPRIETA’
Presenta tannini, alcaloidi e
glucosidi; viene usata come
as t r ingent e, emos tat i ca,
ipotensiva.
La parte aerea ( non le radici)
colta durante tutto l’anno,
benché il periodo migliore sia
appena prima della fioritura. Si
utilizza fresca o essiccata.
CHE COSA SI USA
La parte aerea ( non le radici)
colta durante tutto l’anno,
benché il periodo migliore sia
appena prima della fioritura. Si
utilizza fresca o essiccata.

RICONOSCIMENTO

Piccola erbacea annuale con radice stretta e fittonosa e fusto eretto (40cm) esile, con brevi ramificazioni. Le foglie basali
formano una rosetta e possono presentare il lembo alquanto inciso, quelle cauline sono sessili e lanceolate. I fiori sono
piccoli e bianchi, raccolti in un corimbo apicale; compaiono da primavera a fine estate. Il frutto è una piccola siliqua di
forma triangolare simile a un cuore.
È una delle più comuni infestanti dei prati. Si rinviene un po’ dappertutto dalla pianura alla montagna: lungo i muri, negli
incolti, sui sentieri, tra i coltivi.


IMPIEGO
L’infuso e la tintura sono utili in caso di mestruazioni abbondanti, metrorragie, varici, cistite, emorroidi e diarrea; sempre
con l’infuso si possono fare lavande per la leucorrea. Impacchi delle foglie della rosetta basale finemente tritate aiutano la
cicatrizzazione di piccole ferite. In cucina può venire impiegata la rosetta fogliare, ma raccolta prima della fioritura,
altrimenti presenta un gusto sgradevole. Non ha comunque un sapore eccellente ed è quindi bene usarla abbinata ad altre
verdure: ottima con il radicchio selvatico e per frittate campagnole.

N O T E
CONTROINDICATA PER CHI SOFFRE DI BASSA PRESSIONE ARTERIOSA. LE DOSI VANNO
SCRUPOLOSAMENTE RISPETTATE E LA SOMMINISTRAZIONE VA FATTA SOTTO
CONTROLLO MEDICO IN CASO DI EMORRAGIE DI UNA CERTA ENTITA’.






 
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view post Posted on 24/7/2010, 10:24
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a solo scopo informativo

L'Iperico
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L'Iperico, noto anche con il nome di erba di San Giovanni, è una pianta molto apprezzata fin dall'antichità per le sue numerose proprietà medicamentose e protettive. Oggi questa pianta è tornata agli onori della cronaca, per la sua azione contro il più attuale dei mali: la depressione.

L'Hypericum è una pianta erbacea dall'aspetto semplice, ma molto apprezzata dalla tradizione popolare in quanto ritenuta in grado di allontanare i demoni dal corpo e dalla mente. L'Hypericum perforatum è la specie più largamente presente in Europa, caratterizzata da foglie con piccoli forellini e da fiori gialli, dall'intenso profumo di limone che fioriscono tra giugno e settembre.



Proprio dai fiori e dalle foglie si ricava il principio attivo della pianta, l'ipericina, un pigmento rosso scuro con una profumazione simile all'incenso. Quest'ultima caratteristica unita al fatto che l'iperico fiorisce a ridosso del solstizio d'estate, tradizionalmente notte delle streghe, ha fatto nascere la convinzione popolare che questa pianta avesse la capacità di allontanare i demoni più temibili, le streghe e gli spettri.

Il suo nome stesso deriva dalle parole greche, hyper e eikon che significano "sopra l'immagine", alludendo all'antico uso di appenderne i fiori sopra l'immagine sacra per allontanare i demoni del male. Una leggenda narrava che il diavolo volesse distruggere l'iperico trafiggendolo, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di perforare le sue foglie.

La tradizione popolare voleva che fosse colta nelle notti prossime al solstizio d'estate ed in particolare il 24 giugno, il giorno della festa di San Giovanni Battista. La vigilia di questo giorno, nei villaggi si preparavano dei grandi falò e i contadini indossavano coroncine di Iperico, e danzando lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante e allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie.

In questo giorno i più coraggiosi, che volevano avvistare gli esseri infernali, sfidavano la sorte appoggiando una forca di legno di fico sotto il mento e un catino d'acqua sotto i piedi. Con un mazzetto di fiori d'Iperico tra le vesti, aspettavano lo scoccare della mezzanotte, ed ecco che urla e schiamazzi echeggiavano tra i vicoli: le fattucchiere uscivano tenebrose dai loro nascondigli per spaventare i paesani.

Con l'avvento del Cristianesimo, ritenendo che l'iperico fosse nato dal sangue del santo, fu chiamata erba di San Giovanni in onore al Battista.



Nel Medioevo si diffusero altre credenze comuni un po' a tutta la zona europea. I cavalieri erano ammessi alle giostre soltanto dopo aver assicurato e giurato sul loro onore di non indossare sotto l'armatura l'iperico, che avrebbe conferito loro una protezione disonesta. Nello stesso tempo i combattenti spalmavano sulle canne dei fucili la linfa purpurea, per assicurarsi una buona mira.

Con l'iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell'anno. Bastava cogliere un rametto d'iperico e appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era fresco e vegeto entro l'anno ci sarebbe stato il matrimonio, altrimenti…

Ancora oggi le persone anziane raccontano che questa pianta veniva usata dalle donne durante la Grande Guerra, portata indosso nella speranza che servisse a proteggerle dalla violenza sessuale.

A parte questa sua azione scaccia demoni e protettiva, l'erba di San Giovanni trova un impiego nella fitoterapia, per le sue importanti virtù medicamentose. Ippocrate (il padre della medicina), Dioscoride, il più rinomato medico dell'antica Grecia, e Plinio il Vecchio (nell'antica Roma) la impiegarono come diuretico, antimalarico, come rimedio contro la sciatica, contro le fratture, come cicatrizzante e per regolarizzare il flusso mestruale.

Le procedure delle applicazioni delle erbe a quei tempi non avevano chiaramente nulla di scientifico. I medici si basavano sulla teoria dei segni secondo la quale l'aspetto di una pianta doveva in qualche modo rimandare alle sue proprietà curative. La caratteristica dell'iperico di avere le foglie con i canali linfatici "interrotti", era il segno che la pianta era utile nelle fratture e il colore rosso ottenuto dall'estratto delle sue foglie, era segno che la pianta era un potente cicatrizzante delle ferite profonde.

La spiegazione scientifica di questa proprietà è stata scoperta solo molto tempo dopo, quando studi chimici hanno dimostrato che i principi attivi dell'erba di San Giovanni hanno una marcata azione antinfiammatoria a livello delle mucose.

Ancora oggi i preparati a base di olio di iperico trovano impiego come cicatrizzanti e vulnerari nelle ulcere, nelle piaghe infette e nelle scottature. In particolare l'olio rosso d'iperico è ottimo contro scottature, soprattutto quelle solari, irritazioni, pruriti, punture d'insetti, reumatismi, artrite e sciatica.

Un'ulteriore proprietà dell'iperico è quella antivirale, dovuta all'attività fotodinamica dell'ipericina. L'ipericina ha la capacità di assorbire un fotone di energia, generare quindi un singoletto di ossigeno eccitato che si lega in maniera covalente alle proteine del capside virale e previene il "denudamento" del virus durante l'infezione. Questa scoperta dà un forte supporto all'uso dell'ipericina o dell'iperico come modalità di trattamento antivirale non tossica e a lungo termine.

Ma tra le molte virtù dell'Erba di San Giovanni quella più importante che fa tornare questa pianta agli onori della cronaca, è la sua azione contro il più attuale dei mali: la depressione. Furono i Templari, cavalieri misteriosi e leggendari del medioevo i primi a scoprire che l'iperico, oltre alle ustioni e alle ferite da taglio, era utilissimo per migliorare l'umore dei guerrieri che rimanevano immobilizzati a letto per mesi.

Ora sappiamo che in tutto ciò c'era un fondamento scientifico. Nelle foglie e nei fiori dell'iperico sono presenti numerosi composti con documentata attività biologica, tra cui quelli meglio conosciuti e studiati sono l'ipericina e l'iperforina attivi a livello del Sistema Nervoso Centrale. Questi composti sono in grado di ottimizzare l'attività dei trasmettitori di segnali nervosi (serotonina, dopamina, noradrenalina), che diminuiscono nelle persone depresse. L'iperico risulta in grado di curare, appunto, una forma di depressione blanda senza componente ansiosa e ansiosa. In quest'ultimo caso l'iperico va associato ad altre piante calmanti quali angelica e passiflora.

Come si usa?
Quando i disturbi che abbiamo sono leggeri, possiamo ricorrere all'utilizzo delle varie forme di iperico acquistate in erboristeria o in farmacia, più sicure di quelle preparate a casa.

Utilizzo dell'infuso
Affezioni bronchiali, asma, catarro, infiammazioni alla trachea: bere una tazza d'infuso caldo tre volte al giorno, oppure un cucchiaino di polvere di fiori mescolata a un cucchiaino di miele di castagno due volte al giorno. Diarrea, cattiva digestione, mal di stomaco, di testa, disturbi epatici, tensione, leggera depressione, sudorazione eccessiva alle estremità: bere una tazza d'infuso tiepido dopo ogni pasto principale, oppure 10 gocce di tintura in un po' d'acqua zuccherata due volte al giorno. Disturbi premestruali, menopausa: tre tazze d'infuso al giorno bevute con regolarità.

Utilizzo dell'olio essenziale
Bruciature, scottature, eritemi solari, piaghe, ulcere: applicare sulle parti interessate, dopo averle rinfrescate, compresse imbevute di olio e lasciare agire per una mezza giornata, quindi procedere alla medicazione. Contusioni, distorsioni, slogature, gotta, reumatismi: applicare sulla parte dolorante un poco di olio e massaggiare leggermente fino a completo assorbimento.

Bellezza
Maschera per pelli secche: frullare un pugno di fiori freschi, due gherigli di noce, 3 mandorle spellate e 1 cucchiaio di fieno greco. Mescolare il composto ottenuto con un cucchiaio di miele d'acacia, stendere su viso, collo e décolleté ben puliti e asciutti, lasciare agire una mezz'ora e sciacquare con acqua tiepida. Trattamento antirughe: picchiettare le zone interessate, in particolare le cosiddette zampe di gallina, due volte al giorno con qualche goccia di olio. Cucina: le foglie più tenere possono essere consumate in insalata. Recentemente è stato dimostrato che le foglie d'iperico favoriscono anche la conservazione dei cibi.

E' importante precisare che, pur trattandosi di sostanze vegetali, è sempre necessario essere prudenti e consultare il proprio medico, in particolare per i disturbi più gravi. Inoltre chi fa uso di estratti di iperico deve sapere che esso può interagire con il concomitante uso di alcuni farmaci come: anticoncezionali, antivirali, anticoagulanti, ciclosporina, teofillina e diossina.

Autore: Costanza Cossu

 
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