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curarsi con le piante

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view post Posted on 6/11/2009, 15:57
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Piante medicinali e salute: utilizzate il potere delle piante medicinali per lenire i piccoli mali quotidiani
Perchè utilizzare prodotti chimici a rischio o medicamenti pericolosi quando potete usare delle piante medicinali naturali che ottengono gli stessi risultati? Da tempi immemorabili la gente usa il potere della natura per alleviare qualsiasi tormento.



Qui sotto vedete come utilizzare piante ed erbe per lenire i piccoli mali quotidiani. Se intendete fare delle tisane, scegliete preferibilmente dei prodotti biologici.





Piante Contro L'influenza


Durante il periodo invernale, queste piante sbarrano la strada ai virus. Si utilizzano in tisane, gellule o ampulle, in ragione di 3 a 4 prese al giorno durante una settimana.



EUCALYPTUS image

Stimola le cellule della mucosa bronchiale, fluidifica le secrezioni e favorisce la loro eliminazione, calma il dolore e l'infiammazione. Il suo olio essenziale contiene un'antivirale attivo che neutralizza le influenze leggere.

Si possono spargere alcune gocce di olio su un fazzoletto o per mezzo di un diffusore a profumi, per bonificare una stanza.



 
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view post Posted on 6/11/2009, 16:56
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VERBENA
Verbena

I suoi fiori in infusione, inibiscono la propagazione dei virus dell'influenza. Combattono l'infiammazione della mucosa, calmano la tosse e favoriscono l'espettorazione.


ed ecco alcune altre piante antiinfluenza
]L'Uncaria TomentosaCuc5QAY
cresce nelle selve tropicali del Sud America, è considerata come antibiotico naturale per eccellenza, a bassa tossicità, e senza avere effetti collaterali, ha, ha una azione antivirale e immunostimolante, efficace nel trattamento delle forme influenzali. Trova applicazione anche nelle artriti, nei reumatismi nelle allergie, nelle ulcere, nelle sindromi da affaticamento cronico, nei disordini intestinali. La sua spiccata attività di azionè è data essenzialmente dalla presenza di almeno sei tipi di alcaloidi di cui quattro hanno mostrato un pronunciato effetto di stimolazione della fagocitosi, ovvero della abilità dei globuli bianchi di fagocitare i microrganismi e le sostanze estranee. Questi alcaloidi sono l'isopteropodina, la pteropodina, l'isomitrafillina e l'isorincofillina, oltre a questi alcaloidi ossindolici, contiene anche composti naturali come proantocianidine, polifenoli, triterpine, steroli, betasitosteroli, stigmasteroli e campesteroli. Quindi se pensate ad una pianta efficace per l'influenza l'Uncaria è senza dubbio un ottimo rimedio.

Ad essa è bene associare la Rosa Canina,
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pianta della famiglia delle Rosacee è un arbusto comune nelle boscaglie e nelle siepi lungo le strade di campagna, diffuso nelle regioni temperate e subtropicali dell'emisfero settentrionale,se ne impiegano in fitoterapia i frutti, ovvero le bacche o i cinorroidi. Per la presenza essenzialmente di Vitamina C, è utile nel trattamento di malattie influenzali, nei raffreddori, come prevenzione delle patologie virali a carico dell'apparato respiratorio, di aiuto non solo nel cambio di stagione, in quanto alza le difese immunitarie, ma anche negli stati allergici, nelle infiammazioni, negli stati di debilitazione. Tra gli altri componenti della droga, abbiamo tannini, vitamina A, riboflavina, flavoniodi, acido malico, acido citrico, carboidrati, pectine, e molti altri componenti

E' bene inoltre, associare al trattamento di prevenzione anche la Propoli,
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che è una resina raccolta dalle Api da piante come il Pioppo, la Betulla, il Salice, l'Ippocastano, il Pino, l'Abete, la Quercia, l'olmo, l'Ontano. La Propoli contiene vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina E, sali minerali, flavonoidi, resine, balsami, composti di natura aromatica e fenolica arricchiti da acidi grassi, terpeni, aminoacidi, e molte altre sostanze. E' una pianta essenziale nelle affezioni delle prime vie respiratorie, utile il suo impiego in caso di mal di gola, di tosse, di faringite, rinite, tonsillite, otite,sinusite, ma il suo campo di azione per l'attività antimicotica si adatta anche in caso di infezioni delle vie genito-urinarie, e di molte altre patologie

QUESTE NOTE NON INTENDONO SOSTITUIRSI AL PARERE MEDICO
CHE VA CONSULTATO ALL'INSORGENZA DEI PRIMI SINTOMI


Edited by mery58 - 1/4/2014, 19:03
 
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view post Posted on 7/11/2009, 18:48
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Un pó di storia...
Per erbe medicinali s’intendono quelle piante che possiedono proprietà terapeutiche.
L´uso delle piante come terapia per le varie malattie è antichissimo, probabilmente risale alla preistoria, periodo in cui l´uomo cibandosi di bacche e radici spontanee, sperimentò casualmente i loro effetti curativi o al contrario i loro effetti tossici.
Testimonianze dell´uso di specie vegetali a scopi terapeutici, sono presenti in numerose parti del mondo, ad esempio in Egitto, dove è stato ritrovato il papiro di Ebers, datato 1500 a.c. che presenta la descrizione d´alcuni medicamenti a base d´erbe.
Nell´antichità l´utilizzo delle piante era associata a riti magici o religiosi, infatti, spesso la loro raccolta, preparazione e somministrazione era riservata a varie figure rilevanti all´interno della comunità come streghe, maghi, anziani, sacerdoti, le cui conoscenze derivavano da una lunga tradizione orale.
L´associazione erbe medicinali - magia - religione, è provata dal fatto che alle piante erano conferite proprietà magico-religiose, ad esempio con il ramo corbezzolo, pianta sacra per i romani, le dee guarivano i bambini o allontanavano il malocchio, inoltre molte specie erano usate come ingredienti di varie pozioni magiche.
Frequente è anche l´unione con la mitologia, nelle leggende erano spesso presenti piante curative, mentre altre sono ricordate dai nomi delle stesse (es. nomi d´erbe che derivano da leggende mitologiche: il nome dell´Achillea deriva dall´uso che Achille ne faceva per la cura delle ferite).
Molte rimedi fitoterapici sono utilizzati ancora oggi secondo le indicazioni fornite dalla medicina popolare.
La prima classificazione scientifica di piante medicinali è stata fatta dal greco Ippocrate (460 a.c.), che ha descritto più di 200 specie vegetali; Dioscoride ne catalogò nel "De Materia medica" circa 600; Plinio il vecchio ne elencò mille; Galeno, medico e filosofo greco, ne descrisse un migliaio con le rispettive proprietà.
Nel Medioevo, queste conoscenze furono conservate per opera dei monaci, inoltre la Scuola Salernitana diede un notevole contributo con l´opera Flos medicinae (Fiore della medicina) scritta in latino.
Nel rinascimento grazie anche agli scambi con l´Oriente e all´importazione di nuove varietà, fino ad allora sconosciute in Europa, vi fu in notevole interesse per il settore erboristico, con particolare attenzione anche per le spezie e gli aromi da usare per la cura del corpo.
In seguito Paracelso (1493-1541) pose la sua attenzione sulla "dottrina delle segnature", secondo cui le caratteristiche morfologiche di un vegetale suggeriscono la malattia che è in grado di curare, ma fu anche il primo studioso che sostenne l´uso delle sostanze chimiche in terapia.
Dal settecento in poi, la sintesi di farmaci chimici portò gradualmente fino ai giorni nostri ad un minore interesse verso le erbe, usate soltanto per l´estrazione di principi attivi singoli o precursori per sintesi chimiche di farmaci.
Soltanto negli ultimi decenni, vi è stata una riscoperta della fitoterapia, sia per la cura che per la prevenzione di numerose malattie.
Il progresso della scienza, ha permesso lo sviluppo di nuove tecniche estrattive e di analisi che hanno permesso ai ricercatori di trasformare l´interesse per le piante terapeutiche, in una disciplina vera e propria, basata su evidenze scientifiche.
La fitoterapia moderna, che spesso prende spunto dalla tradizione popolare, ha come obiettivo l´utilizzo di piante, sicure, efficaci e con scarsi effetti collaterali attraverso una serie di studi sperimentali che ne individuano ed isolano i principali costituenti chimici, il loro effetto, meccanismo d´azione e tossicità.
Oggi, i prodotti fitoterapici oltre ad essere esenti da contaminanti (pesticidi, metalli pesanti, sostanze tossiche), devono avere concentrazioni di principi attivi costanti, in modo da garantirne l´efficacia.
Questo risultato può essere ottenuto attraverso un processo di standardizzazione del fitoterapico ed un rigoroso controllo di qualità durante tutto il processo produttivo, dalla coltivazione delle piante sino al confezionamento del prodotto finito.
La fitoterapia non deve essere considerata come una medicina priva di rischi, solo perchè di origine naturale, infatti, non tutto ciò che è naturale è innocuo.
Le piante medicinali presentano proprietà terapeutiche importanti, ma anche effetti collaterali, controindicazioni e interferenze con altre cure farmacologiche (un esempio è l´interazione del Ginkgo con anticoagulanti, che se somministrati insieme aumentano la fluidità del sangue con maggiore rischio di emorragie).
Per questo motivo è sempre consigliato consultarsi con il proprio medico, in modo da sfruttare al meglio le loro potenzialità, riducendo i pericoli per la salute.
In linea generale e salvo diversa indicazione medica, l´uso di piante curative è sconsigliato ai bambini piccoli sotto i due anni, alle donne in gravidanza o allattamento e vanno somministrate con precauzione ai soggetti allergici.
 
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view post Posted on 9/11/2009, 11:12
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Piante del Sonno

Al posto di prendere dei sonniferi, provate le piante. Ogni pianta ha una indicazione precisa. Scegliete quella che corrisponde meglio al tipo d'insonnia sofferto e sorbitela la sera, prima di andare a letto, sotto forma di tisana.



BERGAMOTTOimage

Le foglie di questo arancio amaro sono senza pari per favorire il sonno. Antispasmodiche, aiutano a dormire meglio in caso di crampi di stomaco o di palpitazioni.



BIANCOSPINO
image
Proprietà terapeutiche del Biancospino
Azione cardiovascolare

Il Biancospino possiede una spiccata affinità nei confronti del cuore, legata soprattutto ai flavonoidi e ai proantocianidoli.
Provoca una vasodilatazione dei vasi sanguigni addominali e soprattutto di quelli coronarici che portano il sangue al cuore, dovuta a rilasciamento delle fibrocellule muscolari della parete dei vasi sanguigni, con aumento del flusso sanguigno in queste zone del corpo. Riduce la frequenza cardiaca in modo sensibile e potenzia l’azione della digitale sul cuore.
Inoltre i flavonoidi causano un dilatazione dei vasi sanguigni, che provoca una diminuzione della pressione arteriosa.
E' quindi utilissimo nell'angina pectoris, nelle nevrosi cardiache, negli stati di ipereccitabilità con aritmie e nell'ipertensione arteriosa, specie se di origine nervosa.
Recentemente sono stati fatti alcuni studi clinici su pazienti con scompenso cardiaco moderato e/o con ipertensione arteriosa, che hanno dimostrato che l'estratto secco titolato di biancospino può ridurre efficacemente la frequenza cardiaca, il gonfiore alle caviglie e la pressione arteriosa, evidenziando anche un'azione di potenziamento della forza contrattile del cuore e una notevole riduzione dei sintomi di cui soffrono queste persone, senza la comparsa di alcun effetto collaterale.


Azione sedativa

Ha anche una discreta azione sedativa a livello centrale, utile soprattutto nei pazienti molto nervosi, nei quali riduce l'emotività, lo stato di tensione e migliora il sonno.
Essa sembra dovuta soprattutto ai tannini e ai flavonoidi presenti in questa pianta, poichè è stato dimostrato che essi provocano sedazione e potenziano il sonno indotto dai barbiturici, anche se non è chiaro il meccanismo d'azione responsabile di questi effetti a livello del sistema nervoso centrale.


Azione antiradicalica

Assai interessante è la sua capacità di intrappolare i radicali liberi, grazie alla quale riduce fortemente l'ossidazione delle LDL, che sono le molecole di colesterolo che tendono a depositarsi nella parete dei vasi sanguigni dopo essere state ossidate. In questo modo ostacola uno degli eventi fondamentali per la formazione delle placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni.




PASSIFLORAimage
Proprietá, caratteristiche, funzioni
La Passiflora è da lungo tempo utilizzata in erboristeria per la benefica azione che esercita sul sistema nervoso centrale senza indurre fastidiosi effetti secondari e per questo motivo è considerata un sostituto ideale dei sedativi tradizionali.
Ricca di flavonoidi, acidi grassi ed organici, maltolo, alcaloidi, ossicumarina, steroli, aminoacidi costituisce un buon rimedio contro i disturbi del sonno.
Assunta la sera la Passiflora aiuta a ritrovare un riposo lungo ed ininterrotto ed a risvegliarsi al mattino sereni e senza sgradevoli sensazioni di stordimento.
Rilassante naturale utile negli stati di esaurimento, stress, tensione nervosa, ansia e angoscia.
Le proprietà antispasmodiche e gli effetti rilassanti della Passiflora , benefiche sul tessuto muscolare permettono di utilizzarla con successo contro coliti e gastriti di origine nervosa e dolori mestruali.
Può trovare un vantaggioso impiego anche nei disturbi della menopausa, quali tachicardia, dispnea e vampe di calore





VALERIANA image

È la pianta d'eccellenza per il sonno. La sua radice dall'odore nauseabondo, regola i battiti cardiaci e riduce la tensione. Estremamente attiva, tratta i disordini nervosi e tutte le forme d'insonnia
 
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view post Posted on 12/11/2009, 05:18
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Anice verde Pimpinella anisum Pimpinella anisum
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Anice verde-Umbrelliferae
Generalità: pianta erbacea annuale originaria del mediterraneo orientale e dell'Asia. Produce fusti eretti, verdi, semilegnosi, abbastanza ramificati, alti circa 60-70 cm; le foglie sono ovali, finemente settate, di colore verde brillante. In estate produce grandi infiorescenze ad ombrello, costituite da fiorellini bianchi, talvolta così pesanti da piegare i fusti che le portano. In estate produce piccoli frutti verdi, ovali, ruvidi, che vengono raccolti per essere essiccati e quindi utilizzati in cucina. L'anice verde viene molto utilizzato in tuto il mondo, soprattutto per aromatizzare liquori, caramelle e dolci, ma talvolta anche insaporire piatti di carne o di pesce, oppure per il pane. I frutti si raccolgono in estate inoltrata i si fanno essiccare all'aria, si utilizzano interi o macinati; si possono conservare in barattoli con chiusura ermetica o nel congelatore; generalmente in cucina si utilizza però l'olio aromatico ricavato dai frutti essiccati.


Famiglia, Umbrellifere, Apiacee


Parti usate, i frutti,impropriamente detti semi, vengono raccolti prima che giungano completamente a maturazione
Pianta erbacea annuale spontanea nel bacino del Meditterraneo fiori color porpora, chiamata anche anice comune, usata fin dai tempi dei Faraoni. Si impiega essenzialmente come aromatizzante, Ippocarte lo consigliava per sciogliere il muco nelle affezioni respiratorie. Teofrasto diceva che tenere dei semi accanto al letto era fioriero di dolci sogni, i semi freschi di Anice profumano l’ALITO e favoriscono la digestione.
COMPONENTI Anice verde
Olio essenziale contenente TRANS-ANETOLO 80-90%, ESTRAGOLO, metilcavicolo, p-metossifenalacetone o chetone anisico, alfa-pinene, LIMONENE, E-anetolo, TERPENI, sesquiterpeni, GRASSI, CUMARINE, FLAVONOIDI, contiene anche PROTEINE, FLAVONOIDI, glucosidi della QUERCETINA, e della LUTEOLINA, FITOSTEROLI, CUMARINE, e FUROCUMARINE, LIPIDI, MUCILLAGINI, ZUCCHERI, il creosolo, e l’ alfa-pinene, sono in grado di fluidificare le secrezioni bronchiali e facilitano l’espettorazione, l’anetolo agisce come coadiuvante nella digestione e per questo va bene assunto dopo i pasti, il dianetolo e il fotoanetolo, sono simili all’estrogeno, ormone sessuale femminile , e per questo è utile come galattologo L’azione estrogenica è blanda ma può alleviare i disturbi della menopausa ed è anche di aiuto, dietro controllo medico per curare alcune forme di cancro prostatico.
ATTIVITA’ Anice verde
Carminativa ( l'anetolo aiuta la digestione), stomachica, spasmolitica, balsamica, secretolitica, galattogoga (lil dianetolo e il fotoanetolo, simili all'estrogeno femminile, stimolano la produzione lattea), utile per questa blanda azione ESTROGENICA anche nei disturbi della menopausa e nei disturbi della prostata,rimedio bechico per tosse, bronchite, asma, il creosolo e l'alfa-pinene facilitano la fluidificazione delle secrezioni delle vie aeree superiori e ne facilitano l'espettorazione
Anice verde
Ha una azione ANTISPASMODICA, BALSAMICA, SECRETOLITICA, utile nella . DISPEPSIA, negli SPASMI gastrointestinali, nel METEORISMO, nel CATARRO, fluidifica le secrezioni dell’apparato respiratorio, di aiuto nella TOSSE, nella BRONCHITE, nell’ASMA,stimola le funzioni digestive e le secrezioni ghiandolari, compresa quella lattea (le tisane a base di anice verde danno un sapore gradevole al latte materno ed esercitano una azione sedativa e antispasmodica anche nel lattante)
I semi sono dei validi regolatori dei processi digestivi ed efficaci carminativi, specie sulla peristalsi ,la loro azione antispastica ne giustifica l’impiego terapeutico nella DISPEPSIA, nel meteorismo, migliora i processi digestivi, aumentando la secrezione salivare e gastrica. a dosaggi elevati ha anche proprieta’ antisettiche che contribuiscono ad inibire il formarsi di processi fermentativi a livello gastrointestinale, come l'aerofagia, la flautolenza
l’Anice può essere di aiuto per combattere la ASTENIA accompagnata da CEFALEA, e AFFATICAMENTO CEREBRALE,
( anche se le proprieta’ carminative dell’Anice sono meno potenti di quelle del CUMINO o del FINOCCHIO)
Forse la pianta potrebbe avere effetti positivi nei casi di epatite e cirrosi, ma gli studi sono ancora in corso.
CONTROINDICAZIONI E INTERAZIONI Anice verde, riferibili non alla pianta ma all'OLIO ESSENZIALE
L’uso dei semi di anice e’ abbastanza sicuro, mentre l’impiego esagerato dell’essenza ,l' olio essenziale contenuta negli aperitivi puo’ diventare tossica, provocando uno stato di ebrezza accompagnato da tremori, il suo abuso cronico provoca confusione mentale e tremori, per la presenza di TRANS-ANETOLO, di flavonoidi e CUMARINE.
Nei soggetti allergici e predisposti alla allergia di Anice e anetolo, possono avere manifestazioni allergiche cutanee, gastrointestinali o delle vie aeree.
Il bergaptene potrebbe causare in persone sensibili, fenomeni di fotosensibilizzazione, con facilità agli eritemi solari, l’abuso della pianta può indurre EPATOPATIE, potenziamento della gastrolesivita’ con la somministrazione associata con FANS e CORTISONICI,
l’anetolo contenuto nell'olio essenziale ha una azione ESTROGENICA e pertanto ci possono essere interazioni con le terapie ormonali.
Non usare l'olio essenziale in GRAVIDANZA e ALLATTAMENTO cautela anche per l'utilizzo dei semi, anche se l'anice viene consigliato per alleviare le nausee, poichè contiene estradiolo, un estrogeno, potrebbe causare dei danni, ( pertanto è bene farsi consigliare dal proprio medico, in questi casi), lo stesso estradiolo, può causare a dosi elevate , emicranie e anomalie nella coagulazione sanguigna e promuovere lo sviluppo di tumore mammario
Usare solo sotto stretto controllo medico alle donne alle quali sia stata vietata l'uso della pillola anticoncezionale
Alle dosi consigliate e con le dovute precauzioni è una pianta sicura.
 
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view post Posted on 15/11/2009, 17:22
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Nome scientifico:Harpagophytum procumbens D.C


L'Artiglo del Diavolo è una pianta africana e usata da molto da tempo per curare le malattie reumatiche, diabete, arteriosclerosi, malattie epatiche e reni.


è molto efficace anche per i malesseri dello stomaco, pancreas e intestino.


Questa pianta iniziò ad essere studiata a fondo nella Germania nel periodo della Prima Guerra Mondiale.


Questa pianta favorisce l'aumento dell'attività del fegato stimolando la sua disintossicazione. La sua azione purificante favorisce anche lo stomaco, pancreas, intestino e reni. Stimola il sistema linfatico.

L'Artiglio del Diavolo è indicata nel trattamento delle malattie reumatiche, artrosi, gotta, reumatismo e mancanza di appetito. Ottima per combattere la diabete.

Contro Indicazioni:
persone che abbiano ulcera nell'apparato digerente e/o intestino. Donne incinte.


Dove trovare: in erboristeria.


IMPORTANTE: Se state facendo o avete bisogno di cure mediche tradizionali parlate prima col vostro medico di fiducia per poi iniziare a fare uso di questa pianta. Ricordatevi sempre che i rimedi naturali non sostituiscono le cure ufficiali del medico.
 
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view post Posted on 17/11/2009, 06:50
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LA BARDANA

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Arctium lappa in dialetto e' conosciuta come Petaröl

La Bardana è una pianta biennale con fusto robusto e scanalato, che puo' raggiungere anche il metro e piu' di altezza. Ha foglie verdi nella pagina superiore, bianco-giallastre e vellutate sotto, grandi, dentate, picciolate e vagamente cuoriformi. La Bardana fiorisce da giugno ad ottobre, nel secondo anno di vita. Fiore e frutto si somigliano molto ed e' solo il mutamento di colore che denota la maturazione dei frutti. La sua radice e' lunga, fittonante, carnosa, bruna esteriormente e bianca internamente. Cresce allo stato naturale lungo i viottoli, e nelle zone incolte fino a 1.800 metri. In Giappone la si coltiva per consumarne le radici, raccolte nel primo anno di vita della pianta. Ha sempre goduto la fama di pianta medicinale: contiene tannino, potassio, resina..... Si utilizza come decotto (40 grammi di radice fresca da far bollire in un litro di acqua per 6 minuti, filtrare e berne due, tre tazze al di' ) contro le malattie infettive come il morbillo, la varicella, la scarlattina. Per uso commestibile si utilizzano le foglie, il fusto, i semi e le radici. Le foglie giovani, raccolte prima della fioritura, dopo bollitura si consumano in insalata, e cosi' i gambi crudi, privati dalla scorza. Le radici della Bardana, tolta la scorza, dopo cottura si consumano in insalata, mentre se essicate e macinate servono per preparare un gradevole caffe'.

Il principio attivo della Bardana è costituito da polifenoli, acido caffeico e clorogenico e composti polinsaturi: la pianta ha principalmente funzione diuretica e depurativa. In medicina alternativa può accadere che sia consigliata per il trattamento dei disturbi epatici e dei disturbi glicemici, infatti la pianta è un ottimo stimolante della bile e del fegato.


La sua azione drenante dipende per la maggiore proprio dallo stimolo che essa dà al fegato e ai reni, nonché alla bile, che sono deputati all’attività di purificazione dell’organismo. Infatti, grazie a queste sue caratteristiche, essa è indicata per il trattamento della pelle, che si sa, non sempre ha dei problemi dovuti a sindromi locali, più spesso l’esantema è una manifestazone di un disturbo a carico di altre parti nell’organismo.


Il miglioramento della diuresi e della secrezione sebacea migliorano sensibilmente al fine l’estetica dell’epidermide, in aiuto anche all’attività delle ghiandole sudoripare, in parte può assurgere ad antibiotico, grazie alla componente della radice fresca.


Impacchi, creme, trattamenti locali, ma anche uso sotto forma di cosmetico per maschere al viso e ai capelli con il decotto della radice e come additivo naturale al tonico per la purificazione delle pelli grasse e delle pelli con problemi sintomatologici di infezioni e affezioni locali.


La pianta viene principalmente usata come decotto dalla radice, come tisana, con un dosaggio limite di tre somministrazioni quotidiane, polverizzata in creme o prodotti per i trattamenti estetici, estratto fluido, estratto secco o in gocce
 
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view post Posted on 19/11/2009, 18:07
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Curiamo i reumatismi con la boswellia
Fabio Firenzuoli
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Nella Fitoterapia occidentale utilizziamo spesso estratti di piante extra-europee, derivanti nella maggior parte dei casi dalla medicina tradizionale di molte popolazioni.

Ovviamente devono aver subìto quella verifica scientifica necessaria per una corretta validazione, e quindi conoscenza botanica, conoscenza fitochimica e farmacologica, ed evidentemente studi clinici che ne confermino l’efficacia e la sicurezza.

E’ ad esempio il caso della Boswellia (Boswellia serrata Roxb), della famiglia delle Burseraceae, un albero originario dell'India, forse più conosciuto per il fatto che dalla sua corteccia si estrae una resina chimata "incenso", certamente conosciuto per l’uso che ne è sempre stato fatto durante le cerimonie religiose.

In medicina oggi si può utilizzare un estratto ottenuto dalla resina della pianta, molto popolare nella medicina ayurvedica, cioè nella medicina tradizionale indiana, come rimedio per il diabete, per la febbre, per molte malattie cardiovascolari, neurologiche e dermatologiche. La pianta non deve essere confusa con il Guggul, tradizionale nome della Commiphora mukul utilizzata come ipolipemizzante e dimagrante.

La moderna ricerca occidentale ha evidenziato tuttavia nella resina della Boswellia una serie di sostanze, chiamate acidi boswellici, dotati di una particolare attività farmacologica, ampiamente dimostrata sia con esperimenti su animali sia su uomini: quella di inibire alcuni enzimi (5-lipossigenasi) coinvolti in processi di infiammazione cronica tipica delle reazioni immunologiche ed allergiche. L’enzima in particolare è responsabile della sintesi dei leucotrieni, importanti mediatori chimici della flogosi articolare, ed implicati anche in altre malattie infiammatorie croniche quali la colite ulcerosa e l’asma bronchiale. E’ stato inoltre dimostrato che l’acido boswellico beta e gli altri triterpeni presenti nella resina di Boswellia serrata presentano attività anticomplemento e non inibiscono le cicloossigenasi. A differenza dei comuni FANS gli acidi boswellici non interferiscono con la sintesi delle prostaglandine e non hanno dimostrato effetti ulcerogeni..

Recentemente l'attività antireumatica degli estratti di Boswellia è stata confermata anche sull'uomo, con particolare riferimento all'artrite reumatoide: i pazienti affetti da artrite reumatoide sono stati trattati con estratto di Boswellia, da solo o in associazione ad altre piante antireumatiche, valutando la variazione della velocità di eritrosedimentazione (VES) e di alcuni parametri clinici. Gli autori hanno concluso che si trattava di un trattamento sicuro, ben tollerato anche nella terapia a lungo termine, capace di modificare l’andamento clinico della malattia, utilizzabile anche in associazione ad altri farmaci, efficace nella riduzione del dolore e del gonfiore articolare e nel ristabilire un buona funzione articolare.

Alcuni acidi boswellici hanno dimostrato sperimentalmente un'importante attività antitumorale, dimostrata tuttavia soltanto in vitro su cellule leucemiche, ma non ancora sull'uomo.

Estratti di Boswellia possono essere prescritti nella terapia di numerose patologie dell'apparato osteoarticolare e non: dolori artritici, artrosi, artrite reumatoide, fibromialgie, miositi, tendiniti, periartriti, flogosi delle parti molli, reazioni allergiche bronchiali o rinosinusali, malattie infiammatorie croniche o allergiche della pelle, colite ulcerosa, morbo di Crohn, epatopatie croniche. In certi casi è possibile giungere anche alla riduzione di farmaci antiinfiammatori, cortisonici e non, abitualmente utilizzati.
 
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view post Posted on 20/11/2009, 19:53
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Cardo Mariano
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Nome: Sylibum marianum.

Habitat: E’ una pianta originaria del bacino del Mediterraneo.

Parte utilizzata: Le sommità fiorite e i semi.

Principi attivi e titolazione: Dal frutto del Cardo Mariano si ottiene l’estratto secco nebulizzato e titolato in silimarina minimo 1%, secondo la Farmacopea italiana.

Utilizzo: Utile in soggetti con sofferenza epatica di varia origine. Infatti è noto per avere una valida azione protettiva sul fegato, legata alla silimarina. Infatti è in grado di proteggere le cellule del fegato dai danni loro causati da sostanze tossiche come il tetracloruro di carbonio, la galattosamina, la tioacetamide e la falloidina tipica del fungo Amanita phalloides. Inoltre il Cardo mariano è in grado di stimolare la produzione di nuove cellule epatiche con velocità maggiore di quella alla quale le cellule esistenti possono venire distrutte dalla falloidina, probabilmente perché è in grado di stimolare in esse la sintesi proteica. E' stato dimostrato che la silimarina ha un effetto di stabilizzazione sulla membrana delle cellule del fegato, dovuta in buona parte alla sua azione inibitoria sull'attacco dei radicali liberi. Numerosi studi clinici controllati hanno dimostrato che l'estratto di cardo mariano provoca netta riduzione delle transaminasi, della gamma GT, della lattico deidrogenasi (LDH) e della bilirubina in pazienti con danno epatico causato da epatite virale tipo A, tipo B e tipo C e da epatopatia da alcool

Curiosità: Il suo nome potrebbe derivare dall’egiziano “solib” che indicava una specie di cardo, oppure dall’ebraico “sillon” (spina) e “hibra” (nutrimento), “marianum”, invece, si riferisce a Maria.


 
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view post Posted on 22/11/2009, 09:35
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Ginkgo biloba


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Nome: Ginkgo biloba.

Habitat: E' il solo sopravvissuto di un ordine che fu molto comune sulla terra fino all'era terziaria. Si trova in Cina e in Corea, e attualmente è coltivato negli Stati Uniti e in Europa.

Parte utilizzata: Le foglie.

Principi attivi e titolazione: Si trova in Cina e in Corea ma ora è coltivato in Europa e negli Stati Uniti e dalle sue foglie si ricava l'estratto secco nebulizzato e titolato in ginkgoflavonoidi minimo 24% e in terpeni totali minimo 6%, secondo la Farmacopea tedesca. Leggete bene l'etichetta, un Ginkgo Biloba di buona qualità, deve essere titolato in entrambi i principi attivi da cui dipende l'attività cioè, sia i flavonoidi che i terpeni, e tale titolazione deve essere adeguata per garantire il successo della cura.

Utilizzo: È particolarmente utile in soggetti con claudicatio intermittens, disturbi dovuti ai processi di invecchiamento cerebrale e calo della memoria. Infatti i flavonoidi e i ginkgolidi di cui la pianta è ricca svolgono un'importante azione di regolazione sulla circolazione diminuendo la permeabilità dei capillari sanguigni e aumentando la loro resistenza, ma sono anche inibitori dell'aggregazione piastrinica e antagonisti dei radicali liberi. Il Gingko biloba è indicato per curare l'arteriopatia periferica degli arti inferiori con claudicatio intermittens, la vasculopatia arteriosclerotica cerebrale, la demenza senile con carenza di memoria. Sono stati fatti numerosissimi studi clinici controllati su pazienti affetti da demenza senile in fase iniziale, trattati con estratto di Ginkgo per alcuni mesi, valutando la memoria, l'attenzione, la performance psicomotoria, le dinamiche funzionali e gli aspetti neurofisiologici utilizzando anche tests specifici. Tutti mostravano miglioramenti statisticamente significativi dopo la terapia, con percentuali di miglioramento oscillanti tra il 60 e il 75% dei soggetti trattati e senza la comparsa di importanti effetti collaterali.
Grazie alle proprietà vasotoniche i ginkgo-terpeni ottimizzano la microcircolazione superificiale e svolgono un’azione antiossidante che concorre a rinforzare le pareti dei capillari. In preparati topici da applicare localmente, si rivelano particolarmente utili per attenuare il senso di pesantezza alle gambe
Curiosità: Con i suoi 250 milioni di anni è l'albero più antico della terra, il cui nome deriva dal cinese Yin-Kuo-Tsu che significa "dalle foglie a piede di daino" ed è riuscita a resistere persino ai residui radioattivi della bomba atomica di Hiroshima.

 
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view post Posted on 23/11/2009, 19:22
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Cicoria ed Inulina
Nome: Inulina
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L’inulina è uno zucchero, che si ottiene a partire dalle radici della cicoria o da quelle del tarassaco. Essa fa parte del grande gruppo delle fibre vegetali non assorbite dall’intestino umano.

Parte utilizzata: Ottenuta dalle radici di cicoria.

Principi attivi e quantità: L’inulina è uno zucchero, che si ottiene a partire dalle radici della cicoria o da quelle del tarassaco. Essa fa parte del grande gruppo delle fibre vegetali non assorbite dall’intestino umano. Nella dieta dei paesi industrializzati l’ingestione giornaliera media di inulina va da 1 a 10 g., a seconda delle abitudini alimentari del soggetto.

Utilizzo: E' utile per ripristinare la flora batterica intestinale danneggiata, per esempio in caso di terapie con antibiotici. Grazie a questa azione l’inulina può migliorare l’assorbimento intestinale degli estratti di alcune piante medicinali, ad esempio gli isoflavoni di soia. Associata ad altre fibre vegetali ha anche una moderata azione lassativa.
Azione sull’intestino: alcuni studi hanno valutato l’effetto dell’inulina sulla flora batterica intestinale. Si è visto che essa aumenta il numero dei Bifidobatteri e dei Lattobacilli e riduce quello dei Clostridi. I Bifidobatteri e i Lattobacilli sono i batteri più utili dell’i ntestino umano, e sono fondamentali per l’assorbimento di molte sostanze, tra cui parecchi estratti di piante medicinali. Per esempio è stato dimostrato che l’abbinamento tra l’inulina e gli isoflavoni presenti nell’estratto di soia favorisce l’assorbimento intestinale di questi ultimi. Essi infatti sono presenti nella soia legati ad uno zucchero e sono chiamati quindi glicosidi. Arrivando nel grosso intestino i batteri, e in particolare i Bifidobatteri e i Lattobacilli, staccano lo zucchero dagli isoflavoni e ne permettono così l’assorbimento.
L’abbinamento tra l’inulina e altre fibre vegetali non assorbibili, ad esempio lo psillio, favorisce il regolare funzionamento dell’intestino, con emissione di feci più ricche di acqua e quindi più morbide e facili da evacuare. Questo abbinamento è utile sia nel bambino sia nell’a dulto, specialmente in caso di intestino pigro.
Uno studio molto recente indica che l’inulina favorisce l’assorbimento intestinale del calcio e la sua fissazione nell’osso, aiutando quindi a combattere l’osteoporosi tipica della donna in menopausa. Lo stesso studio conferma che l’inulina non riduce l’assorbimento intestinale del ferro e delle vitamine.
Gli studi effettuati finora dimostrano che l’inulina è completamente priva di effetti tossici sul feto. Può quindi essere usata in gravidanza e durante l’allattamento

Curiosità: L'Inulina e i F.O.S ( Frutto-oligo-saccaridi), sono fibre con composizione chimica simile e azione terapeutica sovrapponibile.


 
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view post Posted on 24/11/2009, 17:45
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Edera


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Nome: Hedera helix.

Habitat: Comune nei luoghi ombrosi e semiombrosi, come pianta sia strisciante sul terreno sia rampicante.

Parte utilizzata: Le foglie.

Principi attivi e titolazione: Dalle foglie si ottiene l’estratto utilizzato in terapia. L’estratto secco è titolato in saponosidi totali min. 2%, mentre l’estratto fluido viene titolato in ederacoside C.

Utilizzo: E' utile nel contribuire ad aumentare la resistenza e l’elasticità dei capillari; ha anche efficacia nella riduzione dei problemi circolatori delle vene e nella diminuzione del gonfiore alle caviglie, con un effetto sinergico con quello delle piante più note utilizzate per combattere l’insufficienza venosa come l’Ippocastano, la Vite da vino e il Ginkgo Biloba. L’estratto di edera si è dimostrato utile anche per combattere la cellulite e per favorire la fluidificazione del catarro bronchiale, facilitandone in tal modo l’espettorazione. Aiuta anche a ridurre l’intensità della tosse, meglio ancora se in combinazione col timo.

Avvertenze: Molto raramente si sono evidenziati casi di lievi bruciori di stomaco e sporadici disturbi digestivi; tutti questi effetti scompaiono con la sospensione del trattamento.

Controindicazioni: E' controindicato in gravidanza e durante l’a llattamento.
Curiosità: Alcuni attribuiscono un'origine latina al nome Edera, ossia "haerere " che significa essere attaccato, mentre per la seconda parte del nome (helix) l'etimologia trae radici greche, "elissein", che si traduce in avvolgersi, strisciare sinuosamente.


 
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view post Posted on 25/11/2009, 16:18
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Ginseng
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Nome: Panax ginseng.

Habitat: Il ginseng è una pianta originaria della Cina, del Giappone e della Corea, paesi dove da oltre 2000 anni il Ginseng è considerato un tonico, un afrodisiaco e un elisir di longevità.

Parte utilizzata: Radice.

Principi attivi e titolazione: Dalle radici deriva l’estratto secco titolato in ginsenosidi minimo 1,5%.

Utilizzo: E' particolarmente utile come tonico psico-fisico. In particolare combatte l’a ffaticamento mentale e potenzia la resistenza fisica, combatte i danni causati dalle tensioni fisiche e psichiche e potenzia la memoria, Un'azione ben conosciuta di questa pianta è sicuramente quella sul sistema nervoso centrale, a livello del quale determina un incremento dell'attività elettrica delle cellule della corteccia cerebrale
Soggetti trattati con Ginseng hanno dimostrato miglioramenti della memoria, della capacità di apprendimento, dell'attenzione e anche del tono dell'umore. Alcuni studi condotti sugli sportivi hanno accertato un notevole miglioramento delle prestazioni aerobiche dovuto a diminuzione dell’acido lattico, ad aumento del consumo di ossigeno e della funzionalità respiratoria e a diminuzione del tempo necessario per recuperare le energie dopo prove atletiche intense, con un miglioramento complessivo dell’attività psicofisica.

Somministrazione giornaliera: 40-50 mg al giorno di ginsenosidi in due somministrazioni al mattino al risveglio e nel primo pomeriggio, per cicli di non più di 45-60 giorni e 20 giorni di pausa tra i cicli. Non assumere dopo le ore 16:00 per evitare insonnia.

Avvertenze: ad alte dosi può determinare irritabilità, insonnia, agitazione e tremore agli arti.

Controindicazioni: evitare l’assunzione in gravidanza, durante l’allattamento e nei bambini sotto i 12 anni. Non va utilizzato in soggetti emofilici e/o che assumano farmaci anticoagulanti.

Interazioni: potenzia l’effetto di Anticoagulanti, antidepressivi e corticosteroidi.
 
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view post Posted on 26/11/2009, 19:00
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Finocchio
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Nome: Foeniculum vulgare.

Habitat: Del bacino del Mediterraneo è largamente coltivato in molti paesi a clima temperato.

Parte utilizzata: I frutti maturi.

Principi attivi e titolazione: Dal frutto si ricava l'estratto secco nebulizzato e titolato in olio essenziale al 2%, secondo la Farmacopea italiana.

Utilizzo: E' utile come antimeteorico e come coadiuvante nei disturbi digestivi. Infatti viene impiegato per curare la dispepsia (difficoltà digestiva), per ridurre il meteorismo, le coliche gassose soprattutto nei bambini, la sensazione di pienezza allo stomaco e per stimolare la secrezione lattea. Le proprietà antimeteoriche dipendono sia dalla sua capacità di inibire i processi fermentativi nel grosso intestino sia dalla sua azione antispastica sulla muscolatura liscia del colon. Infatti durante la fermentazione intestinale, in particolare quella degli zuccheri, vengono prodotte elevate quantità di biogas, che fanno rigonfiare l'intestino e stimolano le contrazioni della sua muscolatura liscia, provocando spesso senso di gonfiore e dolori migranti all'addome. Per questo motivo viene frequentemente utilizzato per ridurre anche la componente dolorosa della sindrome del colon irritabile.



Avvertenze: Nessuna importante.

Controindicazioni: Nessuna importante.

Interazioni: Riduce notevolmente l’efficacia di un noto antibiotico come la ciprofloxacina.

Curiosità: Il suo nome deriva da “foenum”, fieno, per la sottigliezza delle foglie e il suo odore aromatico. A prescriverlo per il trattamento delle coliche infantili era già Ippocrate nel III secolo a.C., mentre il naturalista romano Plinio incluse il Finocchio in 22 rimedi.

 
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view post Posted on 29/11/2009, 09:50
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Nome: Centella asiatica (Hydrocotyle Asiatica)

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Habitat: E’ una pianta originaria dei paesi tropicali (India, Madagascar).

Parte utilizzata: Le foglie.

Principi attivi e titolazione: Per poter godere delle sue proprietà medicinali è necessario estrarne le componenti attive.
La Centella asiatica è impiegata in terapia come estratto secco di foglie, chiamato FTTCA, Frazione Totale Triterpenica di Centella asiatica, costituita da asiaticoside per il 40% e per il rimanente 60% da acido asiatico e acido madecassico.

Utilizzo: E’ particolarmente indicata per la prevenzione ed il trattamento dell’I nsufficienza venosa e delle sue complicanze.
Agisce all’interno della struttura del vaso, favorendo la sintesi di collagene da parte dei fibroblasti del tessuto connettivo, salvaguardando in tal modo la struttura e la tonicità della parete dei vasi venosi.
Sono stati fatti 5 studi clinici per valutare l’effetto della Centella in pazienti con insufficienza venosa, per un totale di 361 pazienti. La dose media somministrata oscillava tra 60 e 120 mg al giorno di frazione triterpenica titolata al 60%. I pazienti trattati con la centella avevano un aumento evidente del flusso sanguigno nei vasi capillari. Inoltre essi mostravano una riduzione dei sintomi presenti prima della cura, del gonfiore alle caviglie e della distensibilità venosa. Inoltre essi avevano un netto calo del passaggio di liquidi dai vasi sanguigni verso i tessuti circostanti, che è il principale responsabile del gonfiore alle caviglie. In nessuno di questi studi sono stati osservati effetti collaterali rilevanti.
E’ utile per migliorare il quadro di insufficienza venosa sin dai primi sintomi e se assunta periodicamente in trattamenti di mantenimento, aiuta e previene l’indebolimento dei vasi sanguigni ed il ritorno del problema.
Altre azioni: La centella accelera la cicatrizzazione delle piccole lesioni della cute, ed è indicata per il trattamento della cellullite sia per applicazioni locali, sia per via generale.
L'utilità della centella nel trattamento della cellulite è dovuta al fatto che l'estratto di questa pianta migliora la circolazione venosa capillare a livello cutaneo, la cui insufficienza è una delle causa principali dell'insorgenza della cellulite stessa.



Avvertenze: Nessuna importante.

Effetti Collaterali: Reazioni allergiche cutanee all’estratto di centella si verificano nell’uomo in circa l’1% dei soggetti dopo somministrazione per bocca o per applicazione locale, ma sono piuttosto moderate.
A dosi elevate può causare cefalea.

Controindicazioni: E’ bene evitare l’assunzione se si è in gravidanza o si sta allattando.

Curiosità: La Centella deve il suo nome al verbo centellinare riferito al suo continuo "sorseggiare" acqua delle zone palustri in cui vive.

 
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25 replies since 6/11/2009, 15:48   4158 views
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