s.andrea apostoloLa suddetta Chiesa è edificata in quello che fu il Vicus Squaranus. Nel 1148, l’Amministrazione Comunale acquistò il quartiere di Pianoscarano dai monaci di Farfa per estendere la città di Viterbo. La Chiesa di S. Andrea Apostolo, in quel periodo, non esisteva poiché la zona era disabitata.
Alcuni cronisti viterbesi riportarono che nel 1187 fu fatto Piano di Scarlano. La data di costruzione della chiesa va cercata dopo il 1187. Il primo documento redatto riguardante la chiesa di S. Andrea di mia conoscenza è del 1230 e si trova nel Liber quatuor clavium.
Papa Urbano IV, in data 12 Febbraio 1262 confermò al Monastero di Farfa la competenza sulla chiesa stessa.
Dopo pochi anni, nel 1289, l’Abbate di Farfa inviò un’ingiunzione ai Rettori della chiesa di rispondere de iuribus et proventibus spectantibus ad monasterium al preposto di Santa Maria della Cella.
Intorno al 1294, si registrò la concessione da parte di Papa Niccolò IV, di indulgenze alla Chiesa di S. Andrea per le festività di Santa Caterina, Santa Lucia e Santa Margherita.
La Chiesa di S. Andrea, che nel XIV Secolo era la sede dell’Arte degli Ortolani, subì un grave crollo a causa del bombardamento del Secondo Conflitto Mondiale avvenuto il 25 Maggio 1944.
In questa occasione andò perduto il ciborio in peperino sostenuto da quattro colonne che sovrastavano l’altare maggiore. Intorno al 1876, su questo altare era posto un affresco, attribuito allo Zuccari, raffigurante Sant’Andrea in croce.
Nel 1946, la chiesa venne immediatamente ricostruita, recuperando la facciata. Il 6 Febbraio 1971 il terremoto di Tuscania danneggiò alcune componenti della struttura.
L’interno - in stile Romanico - presenta una navata unica. Il tetto, a capriate, venne restaurato nel 1605, per merito di un contributo dell’Amministrazione Comunale pari a cinquanta scudi.
CHIESA DI S. ANDREA APOSTOLO
All’interno della la cripta si trovano lacerti di pregevolissime pitture del XIII secolo che ricoprivano l’intera superficie muraria. Pochi lacerti, praticamente illeggibili, sono ancora visibili su tutte le pareti, nel frammento sulla parete sinistra si individua una Crocifissione di S. Pietro, altrove si identificano frammenti di figure di armati da mettere probabilmente in relazione con scene afferenti ad un ciclo cristologico; l’ipotesi sembra trovare conferma nella decorazione dell’abside centrale dove si conservano i resti di affreschi ancora leggibili nel loro tema iconografico: l’Agnello Eucaristico fiancheggiato dai tetramorfi -sono ancora perfettamente intelligibili l’Aquila di Giovanni e il Toro di Luca.
Della ricchissima decorazione pittorica che nei secoli aveva ricoperto le pareti della chiesa di S. Andrea, oltre a quelli citati, rimangono gli affreschi sulla facciata: una Madonna in trono che allatta il Bambino e una Madonna orante tra angeli, ambedue databili al XIV secolo.
ed ora alcuni immagini del internonavata
A sinistra dell’ingresso è posto il fonte battesimale, quest’ultimo è realizzato in peperino, ha la vasca ad imbuto divisa in otto facciate, poggia su un piedistallo, pure ottagonale, ornato da stelle a quattro punte; la vasca ha un decoro a motivi architettonici, floreali e simbolici.
Sulla stessa parete si conserva un quadro di autore ignoto databile al XIX secolo raffigurante la Madonna con il Bambino che mostra il cuore (sullo scorcio del Settecento, per contrastare l’avanzata dell’ateismo promosso dalla rivoluzione francese si ha una notevole diffusione del culto del Sacro Cuore di Gesù e Maria)
Due scalate ai lati del presbiterio danno accesso alla cripta all’interno della quale troviamo la cappella di S. Andrea, sul lato destro si conserva una reliquia di S. Andrea
Due scalate ai lati del presbiterio danno accesso alla cripta all’interno della quale troviamo la cappella di S. Andrea, sul lato destro si conserva un crocifisso ligneo del ‘700 di autore ignoto.
Gli unici lacerti di muratura originali sono sul lato sinistro, in corrispondenza all’imbocco alla cripta, su questi si conserva un brano affrescato con le immagini dei Santi Stefano e Lorenzo (XVI secolo), pertinenti all’antica cappella degli speziali.