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quartiere antico di viterbo

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view post Posted on 3/10/2009, 10:34
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Viterbo: il quartiere di Piano Scarano

il nome deriva dalle esercitazioni militari e accampamenti che venivano qui installati


Il nome deriva dal termine longobardo "squara" cioè schiera, per indicare che nella zona si svolgevano esercitazioni militari o venivano installati degli accampamenti.
Il quartiere iniziò a costruirsi nel 1148 dopo l'acquisto del terreno da parte del Comune dai monaci di Farfa. Precedentemente erano presenti piccoli insediamenti quali il Vico Squarano (poi Scarano), il Vico Squinzano, il Vico Antoniano e il Castello di Sonza.
Le abitazioni hanno conservato, nonostante i pesanti bombardamenti dell'ultima guerra, l'aspetto originario abbastanza marcato. Il centro è costituito da piazza Fontana di Piano con la caratteristica fontana, abbattuta e rifatta nel 1367, dal vicino lavatoio dal tetto con architravi a vista sostenuti da pilastri e dall'ex Ospizio di S. Carlo, ove nel 1636 ebbe sede il primo ricovero per vecchi poveri o inabili al lavoro.

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la fontana ieri
Fontana di Pianoscarano. — È una delle più artistiche fontane a fuso sparse per la città che risente dell'influenza della dominazione Longobarda. È una ricostruzione del XIV secolo, poichè la più antica ivi esitente andò distrutta nel 1367 per ordine del papa Urbano V in seguito al seguente episodio:

Allorquando Urbano V nel 1367, tornato da Avignone, trasportò la sua sede e la sua Corte in Viterbo, avvenne che alcuni dei suoi famigliari lavassero in quella fontana un cane alla presenza di molti popolani; ciò provocò una generale sollevazione. Gli autori però furono puniti: venne incendiata la loro casa e la stessa fontana abbattuta.


la fontana oggi
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view post Posted on 4/10/2009, 18:12
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ora continuo con altre splendide immagini di questo quartiere
ogni anno di svolge
a fine settembre il palio delle botti ,
ecco le bottiii

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le botti in gara
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la corsa delle botti in salita
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view post Posted on 5/10/2009, 09:48
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ora vi parlerò delle chiese presenti in questo quartiere

CHIESA DI S. CARLO


Viterbo Città d'Arte - Chiesa di San Carlo




INTERNO

L'interno è diviso in tre navate da una doppia serie di tre colonne decorate da capitelli a corona: a destra, sulla seconda colonna si conserva un dipinto raffigurante la Madonna della Colonna, risalente al XV secolo. La lunetta della porta posta sulla parete di destra è decorata da un dipinto della prima metà del XIII secolo con Cristo tra la Madonna e San Giovanni. Dal 2002 l'intero complesso architettonico, denominato appunto S. Carlo, è sede della Facoltà di Scienze Politiche: la chiesa ospita l'Aula Magna della Facoltà, mentre l'edificio seicentesco ospita le aule e gli uffici amministrativi.

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Dal 2002 l'intero complesso architettonico, denominato appunto S. Carlo, è sede della Facoltà di Scienze Politiche

LA STORIA

La storia della chiesa di S. Carlo è strettamente collegata a quella di S. Nicola e di S. Andrea, anch'esse collocate nel quartiere di Piano Scarano. La prima menzione della chiesa risale al 1122, quando viene citata in un documento del Liber clavium, con il nome di S. Niccolò del Piano. Successivamente, il nome compare in altri documenti, prima fra tutti la bolla papale emanata da Urbano IV nel 1262. Nel 1560 S. Carlo è annessa alla parrocchia di Sant'Andrea. Nel secolo seguente è sede dell'Ospizio dei Convalescenti, fondato per accogliere e nutrire i pazienti dimessi dall'Ospedale del comune. Nel 1639 la chiesa ospita la Confraternita degli Oblati, fondata da Clarice Marescotti, la futura S. Giacinta. La confraternita, che aveva come missione quella di ricoverare "i vecchi poveri ed inabili al lavoro", si fece cedere dal vecchio Ospizio dei Convalescenti "ecclesiam cum stantiis et horto simul junctis". Oggi tale struttura, ricordata con il nome di "Ospizio dei Vecchi", ha sede nell'edificio annesso alla chiesa, risalente al XVIII secolo, mentre dell'antico convento medievale rimane solo la struttura del chiostro. Nel 1989 l'intero complesso di S. Carlo è stato acquistato dall'Università degli Studi della Tuscia.
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Cristo tra la Madonna e San Giovanni. Lunetta della porta posta sulla parete di destra. Affresco della prima metà del XIII secolo.



ESTERNO
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La chiesa, sottoposta ad una serie di interventi di restauro tra il 1994 e il 2002 per volere della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio, presenta una facciata tripartita con copertura a tetto ed è caratterizzata dalla presenza di un alto campanile a vela con due campane, di cui la maggiore riporta la data del 1285. La facciata si presenta con un impianto semplice di stile romanico con tetto a capanna. Tre monofore si aprono all’altezza delle rispettive navate; una centrale che sovrasta il portale d’accesso, e due simmetriche per le navate laterali.
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Navata.



 
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view post Posted on 5/10/2009, 10:33
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s.andrea apostolo

La suddetta Chiesa è edificata in quello che fu il Vicus Squaranus. Nel 1148, l’Amministrazione Comunale acquistò il quartiere di Pianoscarano dai monaci di Farfa per estendere la città di Viterbo. La Chiesa di S. Andrea Apostolo, in quel periodo, non esisteva poiché la zona era disabitata.

Alcuni cronisti viterbesi riportarono che nel 1187 fu fatto Piano di Scarlano. La data di costruzione della chiesa va cercata dopo il 1187. Il primo documento redatto riguardante la chiesa di S. Andrea di mia conoscenza è del 1230 e si trova nel Liber quatuor clavium.


Papa Urbano IV, in data 12 Febbraio 1262 confermò al Monastero di Farfa la competenza sulla chiesa stessa.

Dopo pochi anni, nel 1289, l’Abbate di Farfa inviò un’ingiunzione ai Rettori della chiesa di rispondere de iuribus et proventibus spectantibus ad monasterium al preposto di Santa Maria della Cella.



Intorno al 1294, si registrò la concessione da parte di Papa Niccolò IV, di indulgenze alla Chiesa di S. Andrea per le festività di Santa Caterina, Santa Lucia e Santa Margherita.



La Chiesa di S. Andrea, che nel XIV Secolo era la sede dell’Arte degli Ortolani, subì un grave crollo a causa del bombardamento del Secondo Conflitto Mondiale avvenuto il 25 Maggio 1944.




In questa occasione andò perduto il ciborio in peperino sostenuto da quattro colonne che sovrastavano l’altare maggiore. Intorno al 1876, su questo altare era posto un affresco, attribuito allo Zuccari, raffigurante Sant’Andrea in croce.



Nel 1946, la chiesa venne immediatamente ricostruita, recuperando la facciata. Il 6 Febbraio 1971 il terremoto di Tuscania danneggiò alcune componenti della struttura.

L’interno - in stile Romanico - presenta una navata unica. Il tetto, a capriate, venne restaurato nel 1605, per merito di un contributo dell’Amministrazione Comunale pari a cinquanta scudi.



CHIESA DI S. ANDREA APOSTOLO

All’interno della la cripta si trovano lacerti di pregevolissime pitture del XIII secolo che ricoprivano l’intera superficie muraria. Pochi lacerti, praticamente illeggibili, sono ancora visibili su tutte le pareti, nel frammento sulla parete sinistra si individua una Crocifissione di S. Pietro, altrove si identificano frammenti di figure di armati da mettere probabilmente in relazione con scene afferenti ad un ciclo cristologico; l’ipotesi sembra trovare conferma nella decorazione dell’abside centrale dove si conservano i resti di affreschi ancora leggibili nel loro tema iconografico: l’Agnello Eucaristico fiancheggiato dai tetramorfi -sono ancora perfettamente intelligibili l’Aquila di Giovanni e il Toro di Luca.



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Della ricchissima decorazione pittorica che nei secoli aveva ricoperto le pareti della chiesa di S. Andrea, oltre a quelli citati, rimangono gli affreschi sulla facciata: una Madonna in trono che allatta il Bambino e una Madonna orante tra angeli, ambedue databili al XIV secolo.

ed ora alcuni immagini del interno
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navata
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A sinistra dell’ingresso è posto il fonte battesimale, quest’ultimo è realizzato in peperino, ha la vasca ad imbuto divisa in otto facciate, poggia su un piedistallo, pure ottagonale, ornato da stelle a quattro punte; la vasca ha un decoro a motivi architettonici, floreali e simbolici.
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Sulla stessa parete si conserva un quadro di autore ignoto databile al XIX secolo raffigurante la Madonna con il Bambino che mostra il cuore (sullo scorcio del Settecento, per contrastare l’avanzata dell’ateismo promosso dalla rivoluzione francese si ha una notevole diffusione del culto del Sacro Cuore di Gesù e Maria)
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Due scalate ai lati del presbiterio danno accesso alla cripta all’interno della quale troviamo la cappella di S. Andrea, sul lato destro si conserva una reliquia di S. Andrea
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Due scalate ai lati del presbiterio danno accesso alla cripta all’interno della quale troviamo la cappella di S. Andrea, sul lato destro si conserva un crocifisso ligneo del ‘700 di autore ignoto.

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Gli unici lacerti di muratura originali sono sul lato sinistro, in corrispondenza all’imbocco alla cripta, su questi si conserva un brano affrescato con le immagini dei Santi Stefano e Lorenzo (XVI secolo), pertinenti all’antica cappella degli speziali.
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