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LA LEGGENDA DEL CARNEVALE

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serena11
view post Posted on 8/2/2013, 18:01




LA LEGGENDA DEL CARNEVALE





Secondo la leggenda, Carnevale era un Re, forte e
potente, ma soprattutto generoso.
Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e
chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia,
fornite di cibi prelibati, e saziarsi a volontà.
Ma i sudditi,invece di rallegrarsi di avere un
sovrano così generoso, approfittarono del suo buon
cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza,
da costringere il povero re a non uscire più dal suo
palazzo per non essere fatto oggetto di beffe ed
insulti.
Egli allora,si ritirò in cucina e lì rimase nascosto,
mangiando e bevendo in continuazione.
Ma un brutto giorno,era sabato, dopo essersi abbuffato
più del solito,cominciò a sentirsi male.
Grasso come un pallone,il volto paonazzo ed il ventre
gonfio, capì che stava per morire;
la sua ingordigia lo aveva rovinato.
Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva
condotto, ma non voleva andarsene così, solo,
abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re
Carnevale.
Si ricordò allora di avere una sorella, una donnina
fragile, snella e un pò delicata, di nome Quaresima,
che lui, un giorno, aveva cacciato di corte.
La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse;
gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni,
domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di
essere l'erede del regno.
Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della
sua vita divertendosi il più possibile.
Morì la sera del martedì e sul trono, come
precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima.
Per risollevare l'economia del regno, lavoro duro e
grosse penitenze furono le caratteristiche del suo
governo.
Questa storiella fa parte delle tradizioni di tantissimi
paesi, ed è stata tramandata negli anni e via via integrata
o modificata con caratteristiche particolari legate
soprattutto al luogo in cui tale storia si narra.
In molti paesi (soprattutto al Sud Italia) oggi la
Quaresima (o, a seconda del luogo, Quaraesima,
Quaremma, Curaesema, Caremma, ecc...) è rappresentata
da una "pupattola" appesa ai balconi delle abitazioni.
E' una bambola di pezza, raffigurante una vecchia magra e
brutta, con un fazzoletto in testa.
L'abito è spesso realizzato con la stoffa nera di un
ombrello vecchio.
Tiene nella mano destra un fuso e nella sinistra la
conocchia piena di stoppa.
Alle gambe della bambola è appesa un'arancia, in cui
sono infilate 7 penne di gallina, da sfilarsi una ogni
domenica che precede la Pasqua.
Anche la pupattola varia a seconda dei luoghi e delle
persone.
In alcuni casi, le penne sull'arancia sono tutte nere tranne
una (bianca, l'ultima che resta a simboleggiare la domenica
di Pasqua).
Poi, oltre all'arancia, è possibile che la pupattola abbia
appesi anche altri elementi relativi agli unici cibi che si
possono consumare durante l'astinenza dalle carni (baccalà,
aringhe, peperoncino, cipolla, aglio, una bottiglietta d’olio,
un po’ di pastasciutta, frutta secca, ecc.).
Nel Sud Italia del versante adriatico (Puglia, Molise,
Abruzzo) al posto dell'arancia si trova di solito una patata.
Spesso, poi, è usanza bruciare la pupattola la notte di
Pasqua, quando il periodo di "magra" è terminato.



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