Equitalia, la falce
Troppi suicidi, troppi drammi per continuare a fare finta di niente
Uomini che si uccidono perché non hanno i soldi per tirare avanti. Strozzati dai debiti o carichi di crediti che non riescono a esigere. Imprenditori, artigiani, muratori… Fra loro, se ne trovano tanti che non avrebbero problemi di sopravvivenza, di fame, ma sono persone schiantate nella dignità, travolte dalla vergogna di un sogno di normalità andato in fumo. Incapaci di garantire alla famiglia l’antico tenore di vita, e ai figli un futuro degno di essere vissuto.
Un avvocato del pool giudiziario di Equitalia ha lasciato l’incarico perché non vuole partecipare a quella che chiama «una mattanza» (intervista su Oggi in edicola). Ebbene, di fronte a questa mattanza, mi chiedo e ci chiediamo in tanti, perché il governo, lo Stato, le istituzioni stanno a guardare? Perché i dirigenti dell’Agenzia delle entrate si trincerano gelidamente dietro «la legge» o si accontentano di aver predisposto «lo sportello amico»? Non si sono ancora accorti, politici e funzionari, che è in corso un dramma di ciclopiche proporzioni?
Viviamo nel Paese che dell’inefficienza ha fatto una bandiera. Noi non siamo come i tedeschi o gli americani: noi facciamo sempre ad arrangiarci. Un pizzico di fantasia, un grano di ottimismo e qualche santo provvederà. Una proroga, un condono, un perdono non si sono mai negati a nessuno. E ora, improvvisamente, scopriamo che c’è una sola struttura che funziona con teutonica regolarità: Equitalia. Soltanto Equitalia. Perché mentre lo Stato, attraverso di essa, pretende (giustamente) che sborsiamo entro le date previste e fino all’ultimo centesimo, tutto il resto continua ad andare avanti alla vecchia maniera. E allora gli enti locali non saldano i debiti, la caccia agli evasori per ora è solo un grande show, i rimborsi fiscali hanno tempi da era geologica e quando si tratta di soldi “loro” (finanziamento ai partiti, indennità parlamentari, vitalizi, pensioni d’oro, emolumenti ai manager pubblici), vabbè, c’è sempre qualche ostacolo, ci penseremo più avanti. Tu, cittadino, intanto paga, sennò finiamo come la Grecia.
Non credo ci sia bisogno di ripetere che le tasse vanno versate e gli assalti agli uffici Equitalia devono essere condannati nella maniera più ferma. Attilio Befera e i suoi collaboratori fanno solo il loro lavoro, e lo fanno bene. Tuttavia, non sarebbe uno scandalo se nel farlo ci mettessero un pizzico di elasticità e, perché no, di umanità. Non tutti i destinatari di cartelle di pagamento sono criminali o evasori incalliti, anzi, spesso si tratta di persone che non ce la fanno neppure a sbarcare il lunario. Talvolta sono titolari di aziendine che faticano a stare sul mercato, altre volte sono padri di famiglia monoreddito che hanno dimenticato di pagare una multa e se la ritrovano moltiplicata, con annesse minacce di pignoramento. Ma Equitalia non distingue. È come una falce che taglia via tutto, erbacce e boccioli in fiore. E, in mezzo, ci finisce pure qualche vita. Troppe, a dire la verità, per continuare a far finta di niente.
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